L’addio all’ultimo strano dc Formigoni: «Amico, poi rivale»

«La Lombardia deve conquistare quel federalismo che Roma non le darà mai». Ci aveva visto lungo Mino Martinazzoli nel 2000, quando sfidò Roberto Formigoni nella corsa alla presidenza della Regione Lombardia e spronò la regione a puntare a una maggior autonomia. «Quel federalismo» non è ancora cosa certa. Ed ora che l’ultimo segretario della Dc è scomparso, all’età di 79 anni dopo una lunga malattia, sono in tanti quelli che lo rimpiangono e che ricordano quel suo modo di essere un democristiano sui generis. Anzi, come recita il titolo del suo saggio autobiografico del 2009, uno «strano democristiano».
In lutto il Pirellone, dove Martinazzoli fu consigliere regionale fino al 2005. E in lutto anche la città di Brescia, di cui Martinazzoli era originario (nacque a Orzinuovi) e di cui fu sindaco dal 1994 al 1998. Anzi, fu proprio alle porte di Brescia che ebbe inizio la sua carriera politica, prima come assessore alla Cultura a Orzinuovi e poi come presidente dell’amministrazione provinciale di Brescia all’inizi degli anni Settanta e capogruppo della Dc nel consiglio comunale di Brescia fino al 1980.
Non appena il presidente lombardo Formigoni ha saputo della notizia della scomparsa dell’amico-rivale-collega ha voluto subito inviare un messaggio di condoglianze alla famiglia Martinazzoli e alla moglie Giuseppina Ferrari, 81 anni, che ha accudito il marito fino all’ultimo momento nella loro casa di Caionvico, alle porte di Brescia. «È stato un uomo politico, studioso e statista di rilievo - ricorda Formigoni - abbiamo prima militato insieme nella Democrazia cristiana; poi siamo stati avversari fino alla competizione regionale del 2000 che ci vide candidati alla presidenza per due schieramenti contrapposti: ma lo abbiamo fatto rispetto reciproco e nella comune difesa dei valori di democrazia e di partecipazione popolare». All’epoca Formigoni distaccò Martinazzoli di oltre trenta punti ma i rapporti politici tra i due furono sempre rispettosi e costruttivi nonostante la palese contrapposizione di Martinazzoli alla linea di Berlusconi. L’ultimo segretario del Dc in Lombardia prese parte anche alla commissione speciale per redigere il testo del nuovo statuto regionale, fortemente voluto dallo stesso Formigoni.
Savino Pezzotta, coordinatore lombardo Udc che nella scorsa tornata elettorale si candidò alla presidenza lombarda, sprona a ricordare Martinazzoli senza retorica ma «impegnandoci per una fase aurorale della politica» e ne parla come di un maestro. «Con lui - sottolinea il ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini, che condivide con Martinazzoli le origini bresciane - l’Italia perde un uomo dall’elevato spessore. La sua azione è stata improntata al rispetto dei valori cristiani e la sua testimonianza rappresenta un esempio da seguire per tutti i cattolici impegnati in politica».
Il ministro della Difesa Ignazio la Russa ricorda il suo predecessore al dicastero per «il suo grande impegno professionale. Ha lasciato un segno profondo nella storia delle Istituzioni democratiche del nostro Paese ed in tutti noi un ricordo indelebile quale uomo politico e di cultura di altissimo spessore al servizio della Repubblica». Anche da parte dei politici locali arrivano messaggi e telegrammi.
«Con la scomparsa di Mino Martinazzoli l’Italia e la Lombardia perdono un uomo politico di rara statura» ricorda il segretario del Pd lombardo Maurizio Martina, che aggiunge: «I Democratici della Lombardia lo vogliono ricordare per l’acuta intelligenza politica, per il rigore morale e la passione civica che ha saputo trasmettere in ogni occasione, anche dopo aver abbandonato la scena politica nazionale. Molti ricorderanno il contributo essenziale di Mino Martinazzoli in passaggi cruciali della vita politica del Paese. Noi desideriamo rimarcare il suo impegno appassionato per la città di Brescia e per la Lombardia». E infine conclude: «Nel pensiero e nell’azione di Martinazzoli traspariva sempre la nobiltà del suo impegno civico inteso, autenticamente, come servizio per il prossimo e per la comunità».


I funerali di Martinazzoli si terranno domani alle 15.30 nel Duomo di Brescia. La camera ardente è stata allestita nella sua stessa abitazione, dove l’ex ministro qualche giorno fa ha ricevuto la benedizione del suo parroco di fiducia, don Alessandro.

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