L’aeroporto dall’evasione facile

L’uomo con numerosi procedimenti penali viene rimpatriato a carico dello Stato

Evasione di San Silvestro al Leonardo da Vinci. Fermato alla frontiera, esce come se niente fosse dai confini extraterritoriali, festeggia il Capodanno in città poi si ripresenta, ancora sbronzo, in polizia. «Rivoglio il passaporto per tornare nel mio Paese», chiede ai responsabili della Polaria. L’incredibile storia è accaduta l’ultimo giorno dell’anno all’aeroporto di Fiumicino: il protagonista è Mohamed Bousslim, un cittadino marocchino di 30 anni con una sfilza di precedenti penali. L’uomo, sbarcato nello scalo romano nel pomeriggio del 31 dicembre, viene bloccato dagli agenti perché colpito da numerosi procedimenti penali. Mohamed sostiene di voler trascorrere le festività con la famiglia, che da tempo vive nella capitale, e di avere intenzione di lasciare subito dopo l’Italia.
Peccato che il marocchino non abbia da esibire alcun visto. Secondo una prima ricostruzione, all’extracomunitario viene ritirato il passaporto in attesa degli accertamenti di rito, prima di essere respinto e rispedito in Patria. Sbrigate le varie formalità, Mohamed viene trasferito nella sala transiti dello scalo intercontinentale. A questo punto la vicenda diventa un giallo. Mohamed si volatilizza dall’area aeroportuale e in pochi minuti di lui si perde ogni traccia. Secondo una relazione di servizio inviata dal capoturno al dirigente della Polaria, nessuno era a conoscenza della situazione. Ovvero, nessuno si sarebbe accorto, complici i festeggiamenti di Capodanno, che Bousslim era diventato uccel di bosco. Tant’è. La mattina del primo gennaio, per la precisione alle ore 7,10, Mohamed si presenta all'ufficio di polizia. L'uomo, proveniente dalla sala partenze del molo C, chiede la restituzione dei documenti necessari per l'imbarco. Il poliziotto non crede ai propri occhi, pensa prima a uno scherzo, poi realizza che quello di fronte a lui è un latitante. Anche se le autorità ancora non lo sanno. Mohamed non è proprio in sé, visibilmente alticcio, racconta che la sera precedente si era allontanato alla ricerca disperata di cibo. «In sala transiti - dice - era tutto chiuso e io volevo festeggiare l'anno nuovo con mia moglie». Lo sbirro cerca di capire da quale passaggio sia riuscito a fuggire, quale varco dell'aeroporto (vigilato dall'Adr security) fosse rimasto incustodito. Ma l’uomo non ricorda, sostiene di aver alzato talmente il gomito da avere la mente offuscata. Alla richiesta di fornire il numero di telefono della consorte reagisce con un secco rifiuto.
L'ennesimo scandalo all’italiana finisce con l'accompagnamento del marocchino in una stanza vicina alla sala operativa della polaria, questa volta ben controllato, fino al momento del suo rimpatrio. Ovviamente tutto a spese dello Stato. Si tratta di un caso isolato? No. Fermata dalla polizia con passaporto falso, guardata a vista per giorni, una cittadina cubana scompare da Fiumicino lasciando tutti con un palmo di naso. Della sedicente argentina Olga Maria Espinal, vero nome Susana Crivellero, 28 anni di L'Havana, mandato di cattura alle spalle per vari reati, nessuno sa nulla dal 2004.

Una storia su cui la Procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta: la donna, bagaglio alla mano, cerca di lasciare in fretta e in furia il Belpaese. I documenti presentati in dogana sembrano autentici. Un poliziotto scopre l’inghippo: Susana viene fermata e fotosegnalata. Tre giorni dopo svanisce nel nulla.

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