L’affondo della Moratti: "Senza Penati sarà un Expo migliore"

Scontro a Parigi. Il sindaco: "Ci ha boicottato, non ha portato un solo voto". In questi mesi il Comune ha fatto 55 missioni in 130 Nazioni. la Provincia solo 5 in 10 Paesi. D’Alema insorge: "Critiche assurde, è un comizio elettorale"

L’affondo della Moratti: "Senza 
Penati sarà un Expo migliore"

nostro inviato a Parigi

In trasferta, la squadra Expo convince più che a casa. E a Parigi Letizia Moratti si gode gli applausi del Bie. Una nuova garanzia arriva dal comitato d'onore super partes presentato ufficialmente dal sindaco, dove non mancano i nomi noti. Letizia Moratti li snocciola dal palco uno dopo l'altro, a partire dal presidente, che è Silvio Berlusconi. Nella stessa squadra a sorpresa milita Romano Prodi, presidente del consiglio quando a governare era la sinistra. Un team bipartisan anche perché comprende il ministro degli Esteri, Franco Frattini, insieme al suo predecessore, Massimo D'Alema. Obiettivo comune: condividere lo spirito dell'Expo e aiutare a realizzarne i progetti. Ma il clima idilliaco non resiste all’influenza del voto che si avvicina. L’Expo è vittima di strumentalizzazioni elettorali? Moratti è sicura di sì e indica il colpevole in Filippo Penati, che da Palazzo Isimbardi insiste nel dire che il commissario Expo non fa gioco di squadra. Il sindaco attacca: «Se cambia il presidente della Provincia, ci saranno più pace e più calma».
«Il governo ha fatto tutto ciò che gli abbiamo chiesto, lavoriamo in sintonia con ognuno dei ministri coinvolti. Il problema è Penati». Lo accusa di fare molte chiacchiere e pochissimi fatti: «In questi mesi il Comune ha fatto 55 missioni in 130 Paesi, la Provincia 5 in 10 Paesi e senza portare a casa alcun risultato. Penati ci aveva assicurato un solo voto favorevole, quello di Cuba, e non è riuscito nemmeno in questo. Alla fine Cuba ha scelto la Turchia nonostante l'aiuto che ci è arrivato da Bertinotti e Cossutta». Sulla stessa lunghezza d’onda l'amministratore delegato di Expo 2015, Lucio Stanca. Si sfoga: «L’Expo è stato un tema usato strumentalmente in campagna elettorale da entrambe le parti. Invece è un patrimonio di tutti e spero che dopo il voto si smetterà di occuparsi di cose infime come gli stipendi e la sede e si tornerà a pensare all’Expo». Sono della partita, come membri del comitato d’onore, personaggi influenti come Al Gore, ex vicepresidente degli stati Uniti e premio Nobel per la pace nel 2007; Jacques Attali, già eminenza grigia di Francois Mitterrand, economista, banchiere e intellettuale, presidente di PlanetFinance; Muhammad Yunus, economista bengalese ideatore del microcredito, premio Nobel per la pace nel 2006; Srgjan Kerim, ex presidente dell'assemblea generale dell'Onu e esperto Onu sul clima del pianeta; John Kufour, ex presidente del Ghana; Enrique Iglesias, ex presidente del Banco interamericano di sviluppo. Moratti assicura altri ingressi nel club. «Si aggiungeranno al comitato altre personalità che vuole inserire il presidente Berlusconi» spiega il sindaco, sottolineando l'impegno in prima persona del premier nella promozione dell'Expo. Un intervento anche di natura economica. «Sono lieta di annunciare che il governo ha già assicurato il 100 per cento dei fondi preventivati per la realizzazione dell'Expo» garantisce dal palco il sindaco. Soddisfatto Jean Pierre Lafon, presidente del Bureau International des Expositions. «La conferma dei fondi nonostante il terremoto in Abruzzo è la migliore testimonianza dell'impegno del governo italiano nell'Expo» dice Lafon a chiusura dell'assemblea. Le beghe italiane sembrano scomparse. Per Parigi va tutto bene, purché «adesso si vada in fretta», come suggerisce Sten Christensen, presidente del comitato tecnico che ha esaminato il progetto 2015.

Sorride anche Stanca, che per fare attività diplomatica ha approfittato di un appuntamento a colazione con il segretario del Bie, Vicente Loscertales. Ora attende la sua visita a Milano per i primi di luglio. Scherza: «Mi auguro di poterlo ospitare non nell'ufficio dove lavoro adesso, ma in una sede adeguata a ricevere persone importanti». Come dire Palazzo Reale.

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