Roma - Il posto fisso per tutta la vita? «Monotono, bisogna cambiare e accettare nuove sfide». L’affondo di Mario Monti a Matrix accende il dibattito politico, semina imbarazzi e perplessità dalle parti del Pd, fa scattare indignazione a sinistra, attenzione da parte del Pdl e difese d’ufficio da parte del Terzo Polo.
Nel termometro delle reazioni, le fibrillazioni più forti investono il partito di Via del Nazareno, stretto tra l’appoggio al governo e la pressione della Cgil. C’è chi attacca frontalmente la posizione del premier. E chi prova a stemperare i toni. Il più duro è il vicepresidente dei senatori, Nicola Latorre, per il quale quella di Monti è stata «una delle peggiori performance televisive del presidente del Consiglio. Teorizzare che la società non è dinamica perché c’è l’articolo 18, perché c’è il posto fisso è una sciocchezza». Nicola Zingaretti liquida l’intervento come «battuta infelice». Mentre Pier Luigi Bersani fa il pompiere critico: «Attenzione, non inchiodiamo Monti a una battuta: sa che la questione del precariato è molto più complessa di così» dice il segretario del Pd. In ogni caso «solo chi ce l’ha, il posto fisso, si può guardare attorno e cercare magari qualcosa di meglio. Chi non ce l’ha lo vuole, eccome se lo vuole».
La gestione della questione lavoro è comunque complicata per il Pd visto - che secondo un sondaggio interno effettuato sull’elettorato di riferimento - i consensi per il ministro Elsa Fornero sono attorno al 70%.
Sempre restando dalle parti del centrosinistra duro il giudizio dell’Idv: «Sono parole inopportune e inappropriate, tipo quelle di Padoa-Schioppa quando disse che le tasse sono bellissime. Monti dovrebbe chiedere scusa». Nell’orizzonte del centrodestra, la posizione della Lega è fortemente critica. «Monti sta dalla parte dei privilegiati che si annoiano sulle spalle dei giovani», dice Marco Reguzzoni. Duro anche Francesco Storace, leader de La Destra: «Monti farà il senatore a vita e avrà il suo posto fisso. Mi indigno per la leggerezza con cui vengono dette certe cose: davvero Monti pensa che si possa saltellare da un lavoro all’altro con tanta facilità come accade negli altri Paesi?». Sullo stesso registro Giuseppe Gianni del Pid: «Se il posto fisso è noioso, allora perché non abolire l’istituto dei senatori a vita di cui Monti fa parte? Cosa c’è di più fisso di un posto che non prevede neppure la pensione in virtù del fatto che è legato alla propria esistenza? È insieme stipendio e pensione». E se per Pier Ferdinando Casini «la frase di Monti è provocatoria, mira ad aprire un grande dibattito su questo tema nel Paese», nel Pdl le posizioni si fanno più articolate. «Ho una grande simpatia per il luogo comune di Monti perché è coraggioso - commenta Renato Brunetta - ho detto anch’io tanti luoghi comuni e sono stato crocifisso, insultato ma anche apprezzato. Ma questo Paese, la stampa soprattutto, ha tassi di ipocrisia spaventosi». Per Giorgia Meloni «il nodo non è la mobilità ma il precariato e l’instabilità che rendono la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze figli di un dio minore dal punto di vista delle prospettive di vita». Per l’europarlamentare Lara Comi «i giovani hanno ragione a denunciare percorsi accidentati, una gimcana della precarizzazione che non può diventare cronica».
Mariastella Gelmini fa un’osservazione di sistema sulla cultura economico-sociale del Paese. «Si può discutere l’aggettivo monotona.
Ma se non diciamo ai giovani che sono loro per primi a dover cercare strade nuove, smetterla di guardare sempre verso l’alto, non li aiutiamo a crescere». Una posizione sposata in pieno anche da Maurizio Sacconi: «Monti ha ragione, nessuno scandalo. La tutela del lavoro non è più affidabile a istituti giuridico-formali difensivi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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