L’allarme di Ruini: «Attentato al matrimonio»

«Si sono aperti inquietanti scenari sulla produzione di esseri umani da usare come cavie o sulla clonazione»

Andrea Tornielli

da Roma

C’è una «diffusa tendenza a depotenziare il valore» del matrimonio, «assimilando a esso» altre forme di unione e convivenza, la famiglia perde centralità e gli esiti di questo processo sono «pericolosi e dalle conseguenze difficilmente prevedibili». Parola del cardinale Camillo Ruini, che ieri mattina è intervenuto, all’Università cattolica di Roma, all’incontro delle coppie e delle famiglie in occasione dei dieci anni dell’enciclica «Evangelium vitae» e del centenario delle nozze dei coniugi Beltrame Quattrocchi, beatificati da Giovanni Paolo II nel 2001. Un’occasione per ribadire la preoccupazione della Chiesa italiana per i Pacs e denunciare la perdita delle «coordinate della dignità e del destino della vita umana» proprio nell’epoca in cui la scienza è arrivata alla mappatura del genoma umano.
Il cardinale, ripercorrendo il magistero di Papa Wojtyla, ha ricordato che «femminilità e mascolinità sono tra loro complementari non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma ontologico» ed è «soltanto grazie alla dualità del maschile e del femminile che l’umano si realizza appieno». Questo riproporre «il valore irriducibile e i significati dell’essere uomo e donna» è la risposta più pertinente ed efficace, secondo Ruini, che la Chiesa possa dare a «quella deriva culturale che tende sempre più a relativizzare e svalutare gli elementi costitutivi dell’amore umano». Il cardinale denuncia il «diffondersi di una visione che riduce la differenza sessuale a fattore culturale e di costume». Quindi aggiunge: «C’è una diffusa tendenza a depotenziare il valore dell’istituto del matrimonio, assimilando a esso altri tipi di unioni e convivenze, con il risultato che il matrimonio non viene più percepito come espressione e garanzia della natura stessa dell’amore umano, ma come frutto di convenzioni e accordi facilmente modificabili». Il riferimento ai Pacs è chiaro ma al tempo stesso Ruini appare attento a non offrire nuove occasioni di polemica sulla presunta «ingerenza» della Chiesa.
Il cardinale ricorda inoltre la mancanza di politiche adeguate che aiutino la famiglia. «Nel contesto della vita sociale, tra gli esiti più pericolosi e dalle conseguenze difficilmente prevedibili - ha detto - è da annoverare la perdita di centralità della famiglia in quanto tale e dei valori tipicamente familiari, sia per la cronica assenza di strutturali e organiche politiche familiari sia per il sostanziale modellarsi dell’organizzazione e dei servizi sociali più sugli individui che sui nuclei familiari».
Nel suo intervento, Ruini ha toccato un tema accennato venerdì da Benedetto XVI, quello della «paternità responsabile» e dei metodi naturali. Ha ricordato «l’inscindibile valenza unitiva e procreativa dell’atto sessuale» che «è in realtà la visione più adeguata e pertinente dei valori della sessualità e della procreazione umana». «La medesima questione si ripropone con maggiore evidenza in ordine all’applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita - ha aggiunto - dove la scissione tra la dimensione unitiva della coppia e la generazione della vita appare scontata». Erano presenti all’incontro i professori australiani John ed Evelyn Billings, che Ruini ha elogiato per le loro ricerche sulla fertilità umana che permettono «anche a individuare meglio le condizioni attraverso cui l’uomo e la donna possono vivere in modo pienamente responsabile e autenticamente libero gli aspetti unitivo e procreativo della sessualità umana».
Dure le parole del porporato sulla fecondazione artificiale: «Il dominio sui processi generativi, frutto di nuove capacità tecnologiche, andando ben al di là del legittimo aiuto alla procreazione umana, apre inquietanti scenari sulla produzione di essere umani da usare come cavie o sulla clonazione». Infine, il cardinale ha ribadito l’importanza del progetto culturale della Chiesa italiana e la centralità della «questione antropologica»: «È paradossale - ha detto - ma nello stesso tempo assai indicativo, che proprio quando più forte è diventata la capacità tecnico-scientifica di intervenire sull’essere umano, l’uomo rischia di perdere di vista il senso e il valore della propria vita.

È in via di ultimazione la mappatura del genoma umano, che certamente rappresenta una grande acquisizione, con conseguenze di estremo interesse per il futuro dell’uomo, ma proprio ora sembra che si stia smarrendo la mappa dell’esistere umano, che si stiano perdendo le coordinate della dignità e del destino della vita umana».

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