«L’alternativa? Più licenze ai noleggiatori»

Enza Colagrosso

Nel Lazio alzano la voce anche gli Ncc (noleggiatori con conducente) che vogliono proporre, in risposta al decreto Bersani che chiede di avere più vetture taxi per tutti, di far posto, nelle grandi città, anche a loro, alle vetture dei noleggiatori con conducente. «Proponiamo - spiega Roberto Proietti, presidente dell’Anc, Associazione Nazionale di Categoria Trasporto persone e mobilità - che le nostre vetture lavorino, nelle grandi città, come i taxi». «Certo bisognerà stabilire - sottolinea - con le amministrazioni comunali una tariffa per il costo chilometrico». Infatti l’idea degli Ncc è quella di scendere in strada al solo costo chilometrico, anche in città, costo che resterà invariato nonostante il tempo di percorrenza che potrebbe protrarsi a causa del traffico. «Il vantaggio di tale accordo - aggiunge Proietti - è che il cliente non pagherebbe gli scatti che normalmente si pagano su un taxi che marcia a una velocità inferiore ai 20 chilometri orari e inoltre non gli verrebbe applicato neanche lo scatto iniziale che, ad esempio su Roma, è di 2,33 euro». La proposta è sicuramente conveniente per i cittadini se si ipotizza la cifra di 1 euro a chilometro, e sappiamo che la distanza che si deve percorrere è di 10 chilometri, la cifra che si andrà a pagare sarà di 10 euro. Ma come la prenderanno i tassisti? Nel Lazio, la «rivolta dei tassisti» come viene ormai comunemente definita, è infatti iniziata ancora prima del decreto Bersani e ha visto contrapposti i tassisti e gli Ncc. Una battaglia che è stata resa più aspra dalla legge regionale 7/2005. Tale legge per i tassisti rappresentava la fine dell’abusivismo per gli Ncc non teneva in nessun conto la loro presenza sul mercato. Il Campidoglio stabilì poi che chi non era della città non poteva entrare, per il trasporto di persone, nella Ztl. La poteva però varcare esclusivamente per scaricare un cliente. Gli Ncc fecero per questo ricorso al Tar. Gli venne riconosciuta la ragione e tale provvedimento del Comune venne annullato. A Roma, dovrebbero lavorare, con licenza comunale, mille Ncc ma, se si va ad analizzare meglio la situazione, i dati che emergono sono diversi. Solo all’aeroporto di Fiumicino, infatti, operano 450 licenze di Roma date agli Ncc, altri 250 lavorano in Rai e con contratti simili gli Ncc lavorano in altri enti romani. Queste poche voci già assorbono le mille licenze romane, per questo abbiamo cercato di capire chi sono gli altri Ncc che operano in città. «Su Roma - dice Proietti - operano ben 4mila licenze che non sono di Roma». «La licenza degli Ncc - spiega poi Loreno Bittarelli dell’Uri - non lega i suoi possessori a lavorare nel comune dov’è stata rilasciata, loro hanno libertà di movimento ma non avendo confini territoriali creano gravi disagi nei vari comuni». «Da tempo l’amministrazione comunale di Roma - aggiunge ancora Proietti - ha cercato di dare almeno altre cinquecento licenze agli Ncc ma i tassisti si sono opposti e questo ha fatto importare altro lavoro da altri comuni». Infatti gli altri comuni rilasciano le licenze, basta poi aprire una seconda sede, avere un contratto e si può operare.

«Con la giunta Storace - conclude Bittarelli - si era giunti a una legge che ripristinava le regole in ambito del trasporto pubblico non di linea poi è cambiata la giunta regionale e di fatto questa legge non è mai stata applicata. La Provincia intanto non ha fatto regolamenti e non ha voluto mettere in pratica quelli lasciati dalla giunta precedente, per cui noi stiamo come prima delle legge 7/2005 se non peggio».

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