L’altra frontiera dell’occupazione: creare impresa o lavorare in proprio

L’altra frontiera dell’occupazione: creare impresa o lavorare in proprio

Non trovo lavoro? Me lo creo! Altro che slogan, sono in molti a pensare di dare spazio alla propria fantasia e crearsi un mestiere avviando un’attività in proprio: esercizi commerciali, piccole imprese, aziende agricole o esercizi del settore terziario. Lavoro autonomo ed imprenditorialità in tempo di crisi non muoiono, anzi. La carenza di impieghi sicuri spinge molte persone, soprattutto giovani, a soluzione «diverse». Certo, avventurarsi in un’esperienza solitaria non è semplice e non si deve pensare di poter fare il passo più lungo della gamba. Meglio seguire canali precisi, consigli giusti e, soprattutto, sfruttare le opportunità che società pubbliche create ad hoc mettono a disposizione a chi vuole fare da sé.
La Provincia di Genova, per esempio, dalla scorsa estate ha lanciato il progetto «Crea impresa» (informazioni al numero verde 800353065) un circuito per chi vuole dedicarsi ad un lavoro indipendente. Offre formazione specifica ed individuale, orientamento e tutoraggio perché le persone non compiano investimenti azzardati: «Chi si rivolge a noi solitamente ha già chiara l’idea sull’attività che vuole lanciare - spiega Alba Natali, responsabile del progetto -. A noi spetta il compito di aiutare le persone a capire se hanno le motivazioni e le competenze giuste per andare avanti nel progetto». Ai corsi di orientamento hanno aderito 368 persone di cui una parte occupati che hanno intenzione di mettersi in proprio. Quindi il confronto con le associazioni di categoria, sempre utile capire se è il momento di avviare un tipo di attività e soprattutto su chi puntare, dove e quale taglio dare alla propria azienda. Sono sette le associazioni di categoria a cui la Provincia si appoggia.
Il circuito «Crea impresa» concede, inoltre, al termine del percorso formativo un assegno di 2.000 euro a fondo perduto per chi apre partita Iva, continuando nell’attività di monitoraggio per i primi 18 mesi dopo l’apertura dell’attività. L’altro problema è rappresentato dall’investimento finanziario necessario ad avviare un esercizio commerciale o un’attività imprenditoriale. Per quello ci si può rivolgere a Sviluppo Italia (www.sviluppoitalialiguria.it), l’agenzia nazionale per lo sviluppo delle imprese che offre contributi fino a 129.114 euro per progetti di microimpresa e lavoro autonomo.

Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso agevolato per gli investimenti che, complessivamente, coprono il 100 per cento degli investimenti ammissibili più un contributo a fondo perduto sulle spese di gestione per il primo anno di attività. I fondi servono per l’acquisto di attrezzature, macchinari, impianti, ristrutturazione di immobili.

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