La vita, e lopera, di Albert Einstein non si possono «racchiudere» in una formula, anche se è quella che ha rivoluzionato la fisica, E=mc2. Sono tante le cose da raccontare di lui: dagli studi alle vicende familiari che lo portarono, in giovane età, a vivere per un periodo tra Milano e Pavia. Politecnico e Piccolo Teatro Grassi hanno deciso per questo di raccontare «laltro Einstein, i sogni e le speranze di un genio» in una lezione-spettacolo che si terrà domani alle 17 al teatro di via Rovello 2. E la data non è stata scelta a caso: nel 1905, un secolo fa, lo scienziato formulava le teorie che lo resero famoso.
Da qui partirà lo spettacolo di domani con un video che raccoglie le interviste ai docenti del Politecnico. Ognuno - spiegano gli organizzatori - si soffermerà su un aspetto diverso degli studi e della vita del fisico. Si parlerà delle teorie con le quali diede un grande impulso allo sviluppo della fisica moderna, da quelle sul moto browniano a quelle sui quanti di luce. Studi che, insieme alla scoperta delleffetto fotoelettrico, gli consentirono di vincere il premio Nobel per la Fisica nel 1922. «Approfondiremo il funzionamento degli strumenti rari e costosi o degli oggetti di uso quotidiano che si basano sui principi fisici scoperti da Einstein - aggiungono -. E vogliamo riportare in vita la sua gioventù e mettere in luce le speranze e gli ideali delluomo che compì i fatti per i quali il genio, oggi, viene ricordato».
LEinstein privato, insomma. «Quasi nessuno immagina che cominciò da bambino a giocare con lelettricità, che non credeva in un Dio che gioca a dadi con luniverso ma in leggi complete e in un ordine che governa un mondo dove loggettività esiste, che visse per un certo periodo in Lombardia e conosceva bene litaliano, che suonava con passione il violino, che durante i suoi studi non mostrò mai particolari attitudini e fu bocciato allesame di ammissione al Politecnico di Zurigo».
Sarà questo largomento di una lettera finora inedita che il giovane Albert da Pavia scrisse al famoso Galileo Ferraris chiedendo «una piccola raccomandazione» per essere ammesso nel 1895 al prestigioso Politecnico svizzero (vi entrerà lanno successivo e dopo la laurea, a Berna, lavorerà allufficio brevetti come funzionario). Ai presenti al Piccolo - lingresso è libero fino allesaurimento dei posti - sarà distribuita una copia della lettera con un commento di Andrea Silvestri, il docente che lha riportata alla luce.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.