L’amnesia di Lady Pisapia sulla sua casa low cost: Mario Chiesa l'accontentò

Cinzia Sasso, cronista di Repubblica e compagna del candidato del Pd a Milano, finge di non ricordare. Ma l’ex primo cittadino Pillitteri rivela...

L’amnesia di Lady Pisapia 
sulla sua casa low cost: 
Mario Chiesa l'accontentò

Milano Doveva occuparsi del «vento che spazza i tiranni», della «caduta del Muro nel mondo arabo», ovviamente prendendosela con Silvio Berlusconi e il centrodestra che ha «fondato la sua strategia mediterranea» sul rapporto con il governo libico. All’Infedele aveva apparecchiato un parterre di esperti mediorientali, giornalisti, testimoni, attivisti dei diritti umani. Ma siccome non si deve mai rinunciare al Cav, Lerner ha portato in studio anche politici e politologi a interrogarsi se «il Parlamento ha il diritto di sottrarre Berlusconi al processo per reati comuni». Ed ecco nell’autorevole parterre spuntare anche Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra a Milano ed ex presidente della Commissione giustizia della Camera.

Da Gheddafi a Ruby, che cosa non fa Lerner per portare l’ex bertinottiano in tv e regalargli un palcoscenico dove difendersi dalla bufera targata Pio Albergo Trivulzio. Il giornalista di La7 è un fan della prima ora di Pisapia; il suo blog trabocca di complimenti entusiastici verso l’avvocato comunista e documenta il convinto appoggio che Lerner gli diede alle primarie di novembre. L’altra sera Pisapia non è stato protagonista di un contraddittorio ma di un monologo. Microfono aperto, libertà assoluta di parola.
Ovviamente l’avversario di Letizia Moratti ha usato un solo argomento come scudo, neppure troppo originale: la macchina del fango. Lui è il bersaglio. Lui non c’entra con l’appartamento della «Baggina» occupato a prezzo amico dalla compagna, la giornalista di Repubblica Cinzia Sasso. Lui non ha responsabilità se un ente benefico svende o affitta a quattro soldi case nel cuore di Milano. Lui si vergogna per quei giornali che usano i favori concessi alla compagna come argomento per attaccarlo.

Lui rimprovera alla Sasso soltanto la «leggerezza» di non aver chiarito in fretta la situazione.
E allora lo aiutiamo noi a chiarire. Perché Cinzia Sasso vive nei locali di corso di Porta Romana 116/a da 22 anni, quando non si accompagnava ancora a Pisapia ma viveva con il marito (giornalista pure lui, della Stampa). La storia è raccontata da Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano depositario di tanti segreti meneghini, nel libro-intervista con Filippo Facci Io li conoscevo bene.... Un volume scritto nel 1994 non smentito né ora né allora.

«Si immagini una mattina di primavera, oltre il Castello Sforzesco, vicino alla Triennale - rievoca il cognato di Bettino Craxi -. Io me ne pedalavo in bicicletta per parchi e viali, come ero solito fare nei weekend con l’amico Bruno. Incontriamo una giovane coppia con un neonato in braccio, due giornalisti che portano la loro creatura a prendere un po’ di sole. Mi fermano: saluti, complimenti reciproci, soliti commentini e confidenze. Poi un attimo di serietà e, come spesso mi capitava, una richiesta: il nuovo nucleo familiare ha bisogno di un nido, una casa loro, un tetto per la creatura. “Tu che puoi, tu che conti, tu che sei il sindaco, tu che ci sei amico”: un classico. Piccoli replay di scenette e preghiere che in un modo o nell’altro cercavo sempre di assecondare».

Era il 1989, l’anno della caduta del Muro di Berlino. Quell’arruffianarsi i potenti non era ancora marchiato d’infamia, per i piccioncini senza nido chiedere favori socialisti non era uno scandalo, e il cognato di Craxi non era Belzebù. «Il lunedì successivo - prosegue Pillitteri - cerco il presidente del Trivulzio, Mario Chiesa, e gli chiedo se sia possibile assecondare la famigliola». Il capostipite di Tangentopoli traccheggia. «La settimana dopo si fece viva per una risposta la mammina giornalista. In breve: risollecito Chiesa in modo pressante, quasi gli do un ordine: finché dopo qualche giorno m’informa che il tetto agognato è stato trovato. I due, informati, ringraziano sentitamente. Non tanto me ma un mio funzionario».

I ricordi di Pillitteri non sono finiti. «Passano i giorni, i mesi, e arriva Mani pulite. Nella hit parade salgono ai vertici nuovi idoli per i quali la giornalista - lui è più complesso, è un affabulatore di razza - imbastisce peana, laudi e pistolotti morali: comincia, tra l’altro, a rovesciare fango e anche qualche bugia sugli idoli infranti. Ma non mi sarei aspettato di dover leggere nelle cronache dei loro giornali invettive feroci contro i clientelismi socialisti, questi craxiani “che avevano dato le case ai loro amici”. Sono rimasto senza parole: che fossero craxiani pure loro?».

Fin qui Pillitteri.

Cinzia Sasso, assieme a Giuseppe Turani, nel settembre 1992 pubblicò I saccheggiatori. Facevano i politici ma erano dei ladri. Un libro concentrato sul sistema messo in piedi da Chiesa, scritto nell’appartamento che lo stesso Chiesa aveva procurato.

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