George W. Bush aveva detto al premier indiano Manmohan Singh che l'India era un Paese con 150 milioni di musulmani e nessun membro di Al Qaida (così The Economist). Forse la cosa potrebbe essere ancora vera, se il commando che ha attaccato Mumbai fosse di provenienza pachistana, come il governo indiano suggerisce. Ma, indiani o pachistani che fossero, gli attentatori sono passati attraverso le maglie di Al Qaida.
Venti ragazzi, dicono quelli che li hanno visti sbarcare e dividersi in tre gruppi, ma ben preparati e pronti a compiere un atto che ha unito guerriglia e terrorismo, ben più complesso e più difficile da compiersi di un attentato suicida classico, con la bomba umana che si fa saltare in aria. L'attacco a Mumbai ha richiesto non solo la disponibilità al sacrificio finale, ma anche una vera azione di combattimento, quasi un'occupazione del territorio. L'evento indiano si allinea col settembre americano, il marzo spagnolo ed il luglio inglese nelle grandi imprese del fondamentalismo terrorista.
Si era pensato che la lotta al terrorismo sarebbe uscita dai fini della politica con la conclusione del mandato di George W. Bush, che Obama avrebbe cancellato Osama. E invece no. L'islam rivoluzionario e terrorista, nato dalla combinazione della rivoluzione occidentale con la Jihad islamica, non uscirà dalla realtà per molto tempo. Non è un caso che essa sia nata nelle parti del mondo musulmano maggiormente legate all'Occidente, come l'Arabia Saudita. Zbigniew Brzezinski, oggi sostenitore di Obama, assunse Osama per organizzare la lotta islamica, crudele e violenta, contro le truppe sovietiche in Afghanistan. Credo che i russi rappresentassero l'Occidente, anche se comunisti, più delle truppe organizzate dal politologo americano, allora consigliere nazionale per la Difesa sotto la presidenza Carter.
George W. Bush è oggetto di deprecazione universale e l'elezione di Obama è stata vista come una lotta di liberazione del mondo dal presidente uscente. Si capirà un giorno che, come disse il vescovo di Mosul, Faraj Raho, ucciso dagli islamisti, gli americani hanno combattuto il terrorismo attraverso il corpo dell'Irak, trasformando la guerra islamica contro l'Occidente nel millenario conflitto inter-musulmano tra sunniti e sciiti. Quando Bush sarà in pensione, sarà riabilitato nel corso di un anno, perché l'islam rivoluzionario e terrorista, misto di Occidente e di Corano, ha ancora molto tempo davanti a sé. Esso è una risposta al problema dei rapporti tra due universi: la post-cristianità divenuta Occidente e il mondo islamizzato.
La cultura europea non ha ancora compreso che il terrorismo islamico non è solo islamico: è da tempo che nel mondo di Maometto corrono influenze occidentali, da Marx a Lenin, al '68, fino al terrorismo degli anni Settanta. Al Qaida non è un prodotto soltanto islamico. È la terribile coniugazione dell'Occidente con l'islam, della rivoluzione politica con l'ascesi interiore: un misto di rivoluzione e di religione, con motivazioni individuali in cui la violenza assoluta diviene l'oblazione del singolo alla propria morte.
Non crediamo al «male assoluto» che va di moda nella politica italiana. Ma certo questa congiunzione tra fondamentalismo islamico e rivoluzione occidentale è un grande male. La presidenza Obama comincia da Mumbai.
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