L’analisi Le regole della televisione

Non occorre lo psicanalista per capire come mai, nella serata in cui tutti i principali poli televisivi si occupavano con una propria rete del caso di Eluana giunto al suo epilogo, la puntata settimanale del Grande Fratello ha battuto ogni record di ascolto come mai in questa stagione. Mi sono messo nei panni degli otto milioni di persone che si allontanavano dal banchetto mediatico che l’informazione dedicava inevitabilmente a ciò che si era appena consumato nella clinica La Quiete di Udine e vi trovavo dei legittimi motivi di fuga, pur probabilmente conditi da comprensibili sensi di colpa per tale scelta così sfacciatamente disimpegnata di fronte a un caso che ha coinvolto e talvolta sconvolto le coscienze. La puntata del Grande Fratello fungeva da rifugio forse un po’ vigliacco ma giustificabile dall’overdose di parole e commenti che il caso di Eluana ha suscitato, spesso invadendo senza pudore quella soglia di discrezione richiesta di fronte al mistero della vita e della morte. Cosicché, per molti, farsi gli affari dell’isterica Federica in procinto di essere cacciata dalla Casa del Grande Fratello è parso meglio che veder mettere ancora becco nelle scelte a quel punto irreversibili compiute riguardo al destino della povera Eluana. Un altro notevole paradosso si è dunque consumato nel nostro villaggio mediatico, perché proprio nella serata in cui l’informazione metteva velocemente in campo le sue batterie di pronto intervento, ed Enrico Mentana lamentava come Canale 5 non avesse voluto modificare per cause di forza maggiore il proprio palinsesto per mettersi alla pari con Vespa su Raiuno, Emilio Fede su Retequattro, Gad Lerner su La 7 e Maria Latella su Sky tg 24, era una grossa fetta di pubblico a decretare con la sua scelta che «the show must go on». E lo show in questione era quello del Grande Fratello, usato questa volta anche come valvola di sfogo e fuga dall’angoscia provocata dal caso di Eluana.
Se è perfettamente comprensibile che un professionista dell’informazione come Mentana reclami l’esigenza di fare il proprio mestiere di fronte a una notizia di tale portata, è altrettanto evidente che la scelta giornalistica di quale rete appaltare al diritto-dovere di informare nel caso di notizie di grande portata deve essere stabilita a priori. Alla Rai è Vespa, per tradizione, che si prende carico delle dirette in casi di queso tipo, così come a Mediaset, fin dai tempi della guerra del Golfo, è stato Emilio Fede ad approntare a tamburo battente edizioni speciali del suo telegiornale. Cambiare le gerarchie si può sempre, ma occorrerebbe stabilirlo preventivamente e con chiarezza, per evitare inutili scontri e sovrapposizioni a cose ormai fatte.

Nel momento in cui ogni polo televisivo pubblico e privato assicura il diritto-dovere di informare delegando una rete dei propri palinsesti a tale scopo, pretendere che altri spazi vengano occupati contemporaneamente dallo stesso argomento contrasterebbe con un altro tipo di diritto che viene da sempre riconosciuto ai telespettatori: quello di poter scegliere tra offerte diverse, anche a costo di sentirsi un po’ in imbarazzo nel guardare i pianti infantili dei ragazzi del Grande Fratello mentre ben altre lacrime sono state appena versate.

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