Il 9 dicembre entra in azione Eulex (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), la forza europea composta di poliziotti, giudici, pubblici ministeri, giuristi, doganieri che opererà in Kosovo per almeno due anni, per aiutare le autorità locali a rendere funzionante un sistema giudiziario e forze di polizia e doganali in linea con gli standard europei. Eulex acquisisce una capacità operativa iniziale il 9 dicembre, in base ad una decisione del Consiglio presa lo scorso 4 febbraio: sarà guidata da Yves de Kermabon, un generale francese che ha comandato le forze Nato in Kosovo. Potrà contare su 1.300 elementi internazionali supportati da 500 dipendenti locali, ma entro marzo avrà 1.900 funzionari internazionali e 1.100 locali ed opererà in tutto il Paese, anche nel nord a maggioranza serba. Eufor ha un budget di 205 milioni di euro per i primi 16 mesi e progressivamente prenderà il posto della missione a guida Onu, la Unmik, attiva nel Paese dal 1999, e che ancora dispone di 2.000 poliziotti, circa 1.000 funzionari Osce e quasi 2.500 Onu.
A garantire una più ampia cornice di sicurezza nel Paese c'è la forza militare a guida Nato, la Kfor, che dispone di 16.000 soldati divisi in quattro task force ed è sotto il comando del generale italiano Giuseppe Gay.
La fase iniziale di transizione tra Eulex e Unmik sarà molto delicata, anche perché, per opposti motivi, sia la Serbia che il Kosovo temono che Eulex possa alterare il precario equilibrio sulla questione della indipendenza proclamata unilateralmente dal Kosovo lo scorso febbraio. E se una cinquantina di Paesi riconoscono il nuovo status del Kosovo, un centinaio non lo ha ancora fatto o non ha intenzione di farlo. In realtà Eulex parte con un clamoroso ritardo, avrebbe dovuto essere attivata a febbraio, ma così non è stato a causa della opposizione della Serbia. Solo a fine novembre il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha raggiunto un compromesso che costituisce una importante vittoria diplomatica per la Serbia: Eulex sarà neutrale per quanto riguarda la questione della indipendenza del Kosovo. Il suo mandato si rifà infatti alla risoluzione 1244 del Consiglio che ancora considerava il Kosovo parte della Federazione Jugoslava. Le autorità di Pristina temono che questo sia un primo passo verso la separazione dal Kosovo dei territori a maggioranza filoserba. E checché ne dicano gli Usa, come la indipendenza del Kosovo non poteva essere negata, così probabilmente l'unico modo per garantire la sicurezza dei serbi in Kosovo è consentirne la secessione verso la Serbia.
Ma oltre ai politici di Pristina, Eulex è malvista dai molti in Kosovo che temono possa essere più efficace di Unmik nel reprimere contrabbando e crimine. E ci vuol poco. Infine per Eulex dovrebbe essere più facile cooperare con la Kfor, a differenza di quanto è accaduto per la missione Onu. Questa sarebbe davvero una svolta cruciale.
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