Bologna - Ma certo che si capisce subito chi siano i Metallica, qui all’Arena Parco Nord, mentre venticinquemila ragazzi iniziano a urlare e dal palco si rovesciano gli accordi tritacarne di Creeping death. Questo è heavy metal, signori, e chiamatelo thrash oppure speed ma tenete conto che è il lato più esagerato del rock, potentissimo e irrispettoso, qualche volta macchiato da cupezza e spesso da utopia adolescenziale. Sarà per questo che in platea l’età media è bassa e l’entusiasmo altissimo, roba che non si vede mica spesso e che i Metallica trasformano in un rito un po’ manierista ma sempre perfetto, tecnicamente senza una grinza, impossibile da contenere. E accidenti quanta energia. La musica pulsa fin dentro il corpo, lo scuote ed eccolo qui il significato del rock duro: la catarsi, la liberazione che poi alla fine sfocia in un applauso sorridente. E dire che questi quattro americani di San Francisco (James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo) sono tipi tranquilli, ora, ognuno dotato di Mercedes per il ritorno in albergo e tutti pronti a parlare, prima di salire sul palco, di come si rilanceranno dopo essersi ritrovati nel delta della fama, quella palude stigia dove si perde l’ispirazione e si trova la voglia di spegnere la musica (e che fatica poi riaccenderla).
Metallica, siete nella terza fase delle rockstar. Dopo il successo e la crisi, ora tocca alla rinascita.
«Abbiamo litigato e ci sono state incomprensioni. Lo psicologo un giorno ci confidò che ci sarebbe voluto del tempo. E allora non sapevamo che ci aspettava l’happy end».
Il vostro ultimo cd St. Anger è stato un flop anche di critica. A metà settembre uscirà il nuovo e decisivo Death Magnetic.
«Siamo in mezzo all’opera e quindi per noi è ancora difficile darne un giudizio. Diciamo che il tema principale è la morte, in tutti i suoi aspetti. Ma i testi dei Metallica sono sempre aperti a molte interpretazioni diverse».
Per i fans siete un punto di riferimento che va oltre la musica. Ma i vostri ultimi dischi li hanno (quasi sempre) delusi.
«Avevamo paura di ripeterci e abbiamo provato strade nuove. Ma il produttore Rick Rubin ci ha fatto capire che era ora di ritornare ai nostri anni ’80. I nuovi brani sono a metà tra quelle di Master of puppets e di ... and justice for all».
Sul sito missionmetallica.com i vostri tifosi possono avere anticipazioni e rarità. Allora avete fatto la pace con internet dopo le polemiche contro Napster.
«Di sicuro non le rifaremmo. Ma l’obiettivo della nostra polemica era a favore del controllo della musica da parte degli artisti, mica contro il web».
E quasi in contemporanea con il disco arriverà anche il videogame Guitar hero con le vostre vecchie canzoni. È il gioco del momento e sarà un enorme successo.
«Prima eravamo contrari. Ma poi ci siamo accorti che con Guitar Hero i ragazzini imparano a conoscere la musica di grandi come Black Sabbath o Deep Purple e non ascoltano le schifezze che ci sono in giro ora. Una grande idea no?».
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