Assolto nel febbraio scorso dalle accuse che lo avevano portato davanti alla corte federale (Fda), il sette volte vincitore del Tour Lance Armstrong si è visto recapitare nei giorni scorsi un dossier della Usada, dal quale riaffiorano ipotesi di doping mai del tutto sopite. A renderlo noto il Washington Post. «Le accuse - scrive il quotidiano americano - potrebbero costare al texano la cancellazione delle sette vittorie al Tour e di altri successi sportivi», ma la cosa appare quantomeno improbabile, visto che nel luglio del 2013, anche il settimo Tour, quello del 2005, cadrà in prescrizione. Il problema è un altro: il danno d'immagine. Gli inquirenti americani puntano infatti a dimostrare la colpevolezza "morale" e sportiva del fuoriclasse texano con nuovi elementi giunti in loro possesso. L'Usada sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, che proverebbero il ricorso al doping ematico. Il campione texano ha reagito con un comunicato ufficiale: «Non mi sono mai dopato».
Ma secondo l'Usada i campioni di sangue prelevati al texano nel 2009 e nel 2010 sono «perfettamente compatibili con manipolazioni sanguigne, incluso l'uso di Epo o di trasfusioni».
Lantidoping Usa «Armstrong usò Epo al Tour»
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