Economia

L’Antitrust frena ancora Edf in Edipower

Allarme su possibili accordi illegali tra grandi imprese elettriche per mantenere alto il prezzo dell’energia

da Milano

L’Autorità antitrust scende nuovamente in campo nel settore dell’energia, e su due fronti. Innanzitutto con un allarme, anche se per il momento senza puntare il dito contro qualche gruppo in particolare: «L’Autorità ha ricevuto circostanziate segnalazioni in merito alla presunta esistenza di stringenti legami tra alcune grandi imprese in certe aree del nostro Paese che, se trovassero conferma, dimostrerebbero il formarsi di un pericoloso contesto collusivo, in relazione a cui l’Autorità non esiterebbe a intervenire», ha detto il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nell’audizione sull’energia davanti alla commissione Attività produttive della Camera. «Tuttavia - ha aggiunto - in questo caso la valutazione è appena iniziata e non è possibile formulare alcuna considerazione neanche indicativa». Una frase che potrebbe avere una doppia valenza: l’inizio di una battaglia contro comportamenti lesivi della concorrenza, o che potrebbe anche suonare come un avvertimento a gruppi del settore che stanno iniziando manovre di cui l’Antitrust è venuta a conoscenza.
Più complesso, almeno al momento, il secondo fronte, quello del limite del 30% posto alle partecipazioni di aziende pubbliche nelle ex Genco. Limite che potrebbe scadere il prossimo anno e che Catricalà ha proposto di prorogare. «Allo scopo di realizzare un'effettiva privatizzazione - ha ricordato - potrebbe essere reiterato il vincolo imposto alle partecipazioni pubbliche (previsto dal Dpcm del 2000 sulla liberalizzazione del settore elettrico che fissava un tetto del 30% per un periodo non inferiore ai 5 anni, ndr) e dovrebbero, in questo caso, essere attribuiti all’Autorità garante della concorrenza gli adeguati poteri per imporne l’effettivo rispetto».
Lo scorso luglio l’Antitrust aveva inviato una segnalazione al Parlamento sul superamento della soglia del 30% da parte di Aem ed Edf nella ex Genco Edipower. Secondo l’Antitrust si era creata una distorsione nel mercato. La settimana scorsa l’Acea ha citato in giudizio Edf e Aem per concorrenza sleale, dinanzi al Tribunale di Roma.
Il tetto del 30% non è indifferente anche sul lato più «politico» della questione: mantenerlo significa anche mettere una spada di Damocle sulla partecipazione di Edf in Edipower fino a quando non si sarà sciolta l’ingarbugliata matassa della presenza Enel in Francia. Edf ha avuto infatti il via libera a salire nel capitale di Edison in cambio di un accordo per l’ingresso al 12,5% di Enel nelle nuove centrali nucleari francesi.

Che non si è mai realizzato.

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