«Salviamo gli esercizi storici del centro». Lappello arriva da Domenico Dinoia, presidente dellAnec lombarda (Associazione esercenti cinema). Serve una riflessione comune, spiega, «che parta dal ministero e si estenda alla Regione, alla Provincia ai Comuni». Certo, gli stabili del centro hanno un valore molto alto, e il cinema non è concorrenziale rispetto ad altri tipi di attività. Ma si tratta di luoghi ancora vivi, che promuovono cultura, che creano un introito anche per i ristoranti e i bar della zona». Non parliamo di strutture obsolete: «Il President aveva tutti i confort, lExcelsior era stato da poco ristrutturato» continua il presidente. Niente contro i multiplex, «ma quelli hanno un pubblico particolare: molto giovane, attratto dalleffetto speciale più che dalla qualità dei film. Il pubblico più adulto, amante del film dautore, non è disposto a stare mezzora in macchina per arrivare». Insomma: cè un segmento di popolazione che rischia di essere tagliato fuori.
Finora, spiega Dinoia, «i finanziamenti statali a favore della programmazione di qualità sono stati di 5 milioni di euro per tutto il territorio nazionale: circa 800 schermi». Che si aggiungono ai 4 milioni della Regione Lombardia per consentire agli esercizi di sostenere i costi di innovazione tecnologica. «È già qualcosa, ma si può fare di più. Servirebbero interventi meno frammentati, e una maggior efficienza dei servizi pubblici». Daccordo anche Lionello Cerri, titolare dellAnteo e dellApollo. «Siamo stati tra i primi ad avere ristrutturato un monosala, lApollo: i soldi li abbiamo messi noi privati. Al Comune però chiediamo servizi.
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