da Milano
Nel suo blog, diario su Internet, lo dice chiaro: «Qui è quasi tutto permesso, nei limiti della decenza e del buon gusto, naturalmente. Lunica esente da questa condizione sono io». Parla Dacia Valent, ex eurodeputata Pci ed ex poliziotta di colore, balzata alle cronache nel 1989 quando in una stazione di servizio della Catania-Palermo un ubriaco la insultò per il colore della sua pelle. Scoppiò un caso: polemiche, accuse, processi. Su di lei si accesero i riflettori e si buttò subito in politica.
A conferma della deroga concessa a se stessa, il suo sito. «Voterò Pdci - annuncia -. Ma la questione è cosa vogliamo dal prossimo governo di sinistra (oltre a smettere di farsi chiamare centrosinistra?). Semplice: vogliamo un sacco di leggi ad personam. Fatte cioè sulla persona del premier». Naturalmente la Valent non scrive premier... Ma ecco, nello specifico, i suoi sogni: «Vogliamo la dissoluzione ad æternum della Lega Nord, Forza Italia ed Alleanza Nazionale, vogliamo che venga costruito un apposito carcere dove rinchiudere tutti i membri del quasi disciolto governo delle destre, che venga costruito direttamente come struttura fatiscente e pericolante, che sia gestito dallo stesso efficiente personale di Abu Ghraib, che le uniche visite che possano ricevere siano quelle degli ufficiali giudiziari che notificano altri ergastoli». E ancora: «Vogliamo che venga promulgata la più dura legge sul conflitto dinteresse esistente al mondo, che la Legge Biagi resti un pallido ricordo della follia bipartisan da emergenza, vogliamo labolizione dei corpi speciali delle forze dellordine, la costituzione di una commissione dinchiesta sui fatti di Napoli, Genova e Sassuolo, la smilitarizzazione delle forze di polizia giudiziaria, labrogazione delle direzioni nazionali antimafia ed antiterrorismo, labrogazione del pacchetto sicurezza Pisanu». Quindi lappello: «Dobbiamo volere e votare un governo di sinistra, un vero governo di sinistra, un governo comunista.
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