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L’appello di Scandroglio per la libertà religiosa

«Le mozioni sulla libertà religiosa sono solo l’inizio di un percorso che vogliamo fare insieme ai nostri colleghi parlamentarsi europei, cercando di coinvolgere anche altri parlamentari del mondo intero in un unico appello» a comunicarlo sono Michele Scandroglio (Pdl), Paola Binetti (Udc) e Luigi Bobba (Pd) i tre deputati che per primi hanno sostenuto un documento di solidarietà ai cristiani copti vittima di attentati ed aggressioni ad Alessandria d’Egitto. Il silenzio delle istituzioni davanti alle persecuzioni dei cristiani è il tabù che i parlamentari vogliono abbattere dando voce alle minoranze cristiane che subiscono violenze e censure: «Vogliamo rivolgerci con una iniziativa forte e decisa alla diplomazia internazionale - proseguono i tre deputati tra i quali il coordinatore regionale ligure del Popolo della Libertà -, coinvolgendo anche l’Onu che si dice costernato ma non risulta che abbia preso iniziative di qualsiasi tipo. La nostra azione è tesa a parlare ad un Occidente cristiano che troppo spesso assiste muto, distratto, tra l’indifferente e il rassegnato al massacro dei cristiani in Oriente come se non fossero propri fratelli nella fede o come se non fossimo davanti ad una pesante aggressione ai diritti umani».
L’appello di Michele Scandroglio è ai colleghi parlamentari perché aderiscano ad una missione che il deputato ligure sta organizzando: un incontro ad Alessandria d’Egitto tra cento parlamentari rappresentanti dei paesi dell’Unione Europea con il Patriarca Shenuda per stare con lui a fianco dei cristiani copti, «vittime di una violenza analoga a quella che sta colpendo con dimensioni sempre più vistose i cristiani nel vicino oriente fragili nel vicino oriente».


Ad esprimersi a favore della iniziativa dei cento parlamentari è stato il senatore Pdl Raffaele Lauro: «Iniziamo un percorso, a livello internazionale, da costruire insieme con i parlamentari europei, cercando di coinvolgere anche altri parlamentari del mondo intero in un unico appello senza consentire che questa voce venga messa a tacere spesso anche in modo violento».

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