L’apprendistato antifascista

La somiglianza è davvero notevole. Capelli lisci all’indietro, la battuta sferzante, un atteggiamento a tratti indisponente, quasi fanatico. È un Crozza sorprendente quello che, a 33 anni, si ritrovò a incarnare Pertini. Nel cast, oltre a Carla Signoris nei panni di Matilde, Augusto Zucchi (procuratore del re), Luigi Petrucci (il console a Nizza), Ivano Marescotti (il fascista tormentato Mambro) e tanti altri. Tinte marroni, buona ricostruzione d’ambiente, rispetto delle lingue, ogni tanto si parla francese. «La cella serve, è una buona scuola, aiuta a pensare», sibila Pertini nel finale. Siamo nel 1930 al penitenziario di Santo Stefano, dove, minato nel fisico, il socialista respinge fieramente la domanda di grazia avanzata dalla madre. Il film si ferma lì, prima del trasferimento a Turi, dopo aver mostrato l’apprendistato antifascista del giovane avvocato.

La prima condanna per aver diffuso il giornale «Sotto il barbaro dominio fascista», i ripetuti pestaggi, il rapporto con Filippo Turati, Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Ernesto Rossi, Adriano Olivetti, la vita da «proscritto irriducibile» a Nizza col nome di Jacques Gauvin, tra belle spie e infiltrati dell’Ovra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica