La terra non ha solo tremato provocando circa 290 vittime accertate in Abruzzo. Il terremoto ha provocato uno spostamento di circa 15 centimetri della zona attorno allAquila. Lo hanno rilevato i satelliti Cosmo SkyMed, di Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ministero della Difesa, analizzati dalla società e-Geos (Asi-Telespazio) e dallIstituto per il Rilevamento Elettromagnetico dellAmbiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr). Le immagini diffuse ieri dallAsi sono la combinazione interferometrica di quelle rilevate dai satelliti prima del terremoto (23 marzo) e dopo (8 aprile). Lo spostamento del suolo è stato evidenziato con strisce di colore diverso, dal giallo al blu, ognuna delle quali corrisponde a uno spostamento di 15 millimetri. Nellarea più colpita dal sisma, quella intorno a LAquila, si concentrano ben dieci frange, indice di una deformazione pari, complessivamente, a circa 15 centimetri.
Il sisma in Abruzzo lascia così strascichi anche sul volto del territorio che per alcuni esperti geologi dovrà subire altre scosse per qualche mese. E il geologo Antonio Moretti della facoltà di Scienze Ambientali allUniversità dellAquila sposta ora lattenzione sul rischio sismico che interesserebbe Sulmona dove, come per LAquila, cè un gap sismico, cioè un periodo di latenza, che dura dal 1706. In altre parole si è accumulata energia, afferma Moretti, e «ci aspettiamo che possa verificarsi anche lì, magari tra 1 e 10 anni, un evento analogo a quello dellAquila». Lo studioso, che fa parte del gruppo nazionale Difesa dai Terremoti, ha spiegato che in questo evento sismico che ha colpito lAbruzzo «si sono attivate due faglie gemelle», la prima quella aquilana, la più grossa «ha scaricato la sua energia preceduta da precursori e poi seguita da repliche».
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