L’Archeologico sogna un tempio etrusco che possa fare scuola

In corso Magenta ripartono i lavori di riqualificazione: tra gli obbiettivi nuove sale espositive e, soprattutto, laboratori didattici per gli studenti

Francesca Amé

Finalmente ripartono i lavori per il Museo Archeologico. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha annunciato l'approvazione di un finanziamento di circa 3 milioni e 360 mila euro per l'ampliamento e la riqualificazione del museo di corso Magenta, con particolare attenzione per l'annessa palazzina - un tempo scuola - di via Nirone.
«È il doveroso completamento di un'opera lasciata a metà», commenta Donatella Caporusso, conservatrice del museo milanese ricordando che nel 2004 il cantiere fu interrotto per gravi inadempienze dell'impresa appaltatrice. Ora che i soldi ci sono e che il cantiere ha il nullaosta per ripartire, l'auspicio è di realizzare quanto prima una serie di interessanti interventi. Tra i quali, per l'appunto, quello di dare lo spazio che merita: «Nel palazzo di via Nirone - anticipa la conservatrice - metteremo in mostra la collezione dell'Alto Medioevo allestendo, in collaborazione con l'Istituto di medicina legale diretto da Cristina Cattaneo, laboratori didattici per i visitatori che aiutino a capire come vivevano i longobardi a Milano».
Laboratori di grande effetto anche sulla raffinata gioielleria di questo popolo che usava cucire delle piccoli croci d'oro di lamina sottile sui sudari delle persone importanti. «La riqualificazione della sede di via Nirone è per noi fondamentale - spiega Donatella Caporusso - : abbiamo ben sette distinte sezioni che spaziano dall'arte egizia, in parte esposta al Castello, a quella medievale, senza dimenticare i reperti romani. Non abbiamo spazio: si pensi che dei 4mila pezzi etruschi in nostro possesso, ne sono esposti non più di seicento».
Nella nuova sede traslocherà al secondo piano anche la biblioteca archeologica ma è inutile negare che i conservatori sperano possa trasferirsi all'Ansaldo: «Il secondo piano sarebbe perfetto per realizzare quelle piccole ricostruzioni che tanto affascinano le scolaresche - continua Caporusso -: uno dei miei desideri è quello di realizzare un tempio etrusco». L'impatto didattico dell'esposizione museale non è da trascurare: la maggior parte dei visitatori dell'Archeologico è costruito da scolaresche (che entrano gratis) mentre il pubblico adulto nicchia da quando è stato introdotto il biglietto di ingresso, e questo nonostante la cifra sia contenuta (2 euro). C'è tuttavia in programma un intervento che, grazie all'interessamento della Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici della Lombardia, potrebbe solleticare assai il palato dei futuri visitatori: la conservazione e la messa in sicurezza della splendida Torre di Ansperto.
È ancora Donatella Caporusso a spiegarci di che cosa si tratta: «Diciamo che esistono due torri di Ansperto. Una è poligonale, apparteneva al circuito murario della città e fu poi inglobata nell'importante monastero dove ora ha sede il museo: possiede una cappella con affreschi meravigliosi che meritano una visita. L'altra ha base quadrata e apparteneva all'antico circo romano che sorgeva qui, prima di diventare una torre campanaria: Ansperto, vescovo del nono secolo, decise il restauro di entrambe. Noi per ora ci occuperemo di quella del circo, raro esempio di reperto romano a Milano».


Obiettivo principale del restauro sono i capitelli del loggiato, risalenti all'ottavo secolo: oggi versano in forte degrado ed è necessaria anche la messa in sicurezza della scaletta che permette di salire in cima alla loggia. Al termine dei lavori, piccoli gruppi di visitatori potranno godere da lassù di una vista davvero inedita sulla città.

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