Cronaca locale

«L’Arco non diventi come i Navigli»

Il comitato residenti: «Trasformiamo l’area in un salotto, ma niente chiasso e confusione»

Matthias Pfaender

«Un tempo le gradinate attorno all’Arco della Pace erano di marmo bianco pregiato. Brillavano al sole, erano un giusto contraltare dell’arco, davano a tutta l’area un nobile respiro neoclassico. Poi, non so perché, sono state ricostruite con pannelli in granito, e la poesia è scomparsa». Sottolinea un piccolo particolare Giac Casale, presidente del Comitato dei residenti di corso Sempione, per dare l’idea di una tematica ampia come la progressiva perdita d’identità di piazza Sempione, un angolo di Milano potenziale rappresentante di prestigio dello stile architettonico meneghino, pasticciato invece per troppo tempo da correttivi urbanistici confusi, che non lo hanno saputo valorizzare.
Giac Casale è un atipico quanto determinato milanese d’adozione. Cittadino statunitense, fotografo di fama internazionale e grande interprete della comunicazione visiva, è giunto da New York nel 1963. Dalle Grande mela all’ombra della Madonnina, Casale ha messo la sua sensibilità estetica a disposizione della zona Sempione.
«Quest’area dovrebbe essere concepita come un salotto. Vi si dovrebbero organizzare mostre, concerti di musica classica e jazz. L´Arco andrebbe valorizzato come faro culturale all’aperto capace di dare linfa vitale a tutta la zona. Bisognerebbe fare della piazza un punto di riferimento per i milanesi e per i turisti, capace di trainare anche l’attività commerciale». Poi, perplesso, commenta: «E invece non ci sono neanche le panchine... Dove sono le panchine? Dove possono, milanesi e turisti, incontrarsi e trascorrere il tempo all’ombra di un capolavoro così importante? Da nessuna parte». «Voglio precisare però una cosa: noi residenti non vogliamo una succursale dei Navigli sotto l’Arco della Pace. Non vogliamo chiasso e confusione. Abbiamo già abbastanza problemi con i parcheggi abusivi».
Già, i parcheggi. Più che salotto brulicante di persone, spesso i marciapiedi della piazza sembrano un garage. Numerose ogni giorno le chiamate ai vigili urbani, che puntualmente arrivano e distribuiscono multe. Ma la situazione torna uguale in appena dieci minuti.
«Tre anni fa avevamo sponsorizzato un progetto del Politecnico per la costruzione di un parcheggio sotterraneo in corso Sempione, ma il Comune non l’ha mai preso in considerazione. Oggi, a forza di denunce e petizioni, riusciamo quotidianamente a far sgomberare le auto dai marciapiedi». La piazza, però, è ben lontana dall’assomigliare all’ideale di Casale. «La vera isola pedonale - conclude il fotografo - dev’essere un giardino. Un luogo dove passeggiare tra aiuole e fontanelle, dove leggere il giornale o un libro nel silenzio. Un posto dove tutti i mezzi che hanno un motore non sono ammessi.

Persino i tram andrebbero spostati all’esterno».

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