L’Arena riapre le porte all’atletica dei record

Sui muri antichi dell’Arena ci vorrebbe una terza targa. Lo ha suggerito David Rudisha, un ragazzo keniano di 23 anni che conosce la storia dell’atletica e che ne sta scrivendo qualche lembo. Rudisha è il campione del mondo degli 800 metri, fresco dal podio d’oro di Daegu in Corea, ed anche il recordman mondiale della distanza: uno dei fenomeni dell’atletica d’oggi. E quando ha ripetuto (era una vecchia promessa) agli organizzatori della Notturna di Milano «Guardate che vengo per tentare di migliorare il record», a quelli non è parso vero. Rudisha ha ricordato la storia della targhe, dimostrando di conoscere la storia dell’Arena. Perché, infatti, sulla magica pista che ogni anno spinge a Milano a distrarsi dalla calciofilia, il record degli 800 m. è stato battuto due volte: dal tedesco Rudolf Harbig (15 luglio 1939: 1’46“6), e da Marcello Fiasconaro (27 luglio 1973:1’43“7) italiano trapiantato in Sudafrica. Rudisha, africano purosangue di Kovai, lo ha portato a 1’41“01 e pochi giorni fa, a Rieti, non lo ha toccato per soli 23 centesimi. «Fare un record vuol dire arrivare a limiti umani e negli 800 m. non si può sbagliare niente, avendo solo due giri a disposizione», ha sintetizzato Gianni De Madonna, direttore tecnico del meeting, per spiegare la difficoltà di un primato in questa specialità.
Insomma se la forma terrà, gli amanti dell’atletica si divertiranno. Notturna milanese programmata per domenica pomeriggio (dalle 17 alle 20), a prezzi popolari (5 euro le gradinate, 15 le tribune), con bel gruppo di campioni a tener compagnia: 15 finalisti degli ultimi mondiali, 3 medaglie d’oro (Rudisha, la saltatrice in alto Anna Chicherova e quella del triplo, l'Ucraina Saladuha), il meglio degli italiani, compresa Antonietta Di Martino che oggi sarà premiata in Regione con la targa “Candido Cannavò“, destinata ad un atleta benemerito.
Non mancherà Oscar Pistorius che, con Milano, ha un rapporto speciale, tanto da intervenire di persona per ridurre le pretese economiche del suoi manager, pur di correre. Milano l’ha lanciato nel mondo degli atleti diciamo normodotati, prima di altre soddisfazioni, comprese quelle di Daegu dove ha conquistato (anche se non vi ha partecipato) una finale mondiale. Valga l’atto di riconoscenza verso un meeting che ha lottato, come sempre, fra difficoltà economiche, sostenuto da Comune e Regione e capace di raccogliere gente di qualità, seppur a fine stagione. Nel triplo femminile ci saranno le tre medagliate mondiali. Nei 100 maschili i migliori italiani. Il salto in alto femminile, oltre alla inarrivabile signora d’oro russa e a nostra signora Di Martino, con il suo bronzo, avrà altre quattro finaliste. I 1500 m. saranno regno del keniano Kiplagat, che tenterà di toccare il miglior tempo mondiale dell’anno.
Oggi l’Arena ha una disponibilità di 8000 posti, in attesa che siano completate le curve. Certo meglio, e di più, rispetto all’anno passato, anche se i tempi di ristrutturazione hanno logiche da tempi primordiali.

Domenica ci saranno tre gare per diversamente abili fra cui i 100 femminili con Giusy Versace e i 1500 dove Annalisa Minetti, la cantante non vedente, cercare il tempo d’ammissione per partecipare alle Paraolimpiadi di Londra. Auguri!

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