Mondo

Dopo l’arresto ad Amsterdam

BerlinoLe cronache sono piene di personaggi che esercitano attività a rischio senza avere le carte in regola. Dentisti che asportano denti senza avere mai frequentato l'università e persino chirurghi che aprono e ricuciono le pance dei pazienti senza aver mai conseguito la laurea in medicina. Ma il caso di Thomas Salme è senza precedenti, ricorda semmai un Leonardo di Caprio in «Prova a prendermi».
Per ben tredici anni ha pilotato aerei di linea, decollando e atterrando in quasi tutti i grandi aeroporti del mondo con a bordo centinaia di passeggeri senza mai aver mai ottenuto il brevetto di pilota. E gli è andata bene fino a quando nel marzo scorso la polizia olandese, in seguito a una soffiata, non lo ha smascherato all'aeroporto di Amsterdam poco prima che prendesse il volo ai comandi di un Boeing 737 diretto ad Ankara con 101 passeggeri. Non ha opposto resistenza, si è strappato da solo i gradi e si è limitato a dire: «Peccato, prima o poi doveva succedere».
Ma il fatto che colpisce di più è che Salme, uno svedese sui quarantun’anni, aveva sempre superato i test di competenza cui vengono sottoposti periodicamente i piloti delle compagnie aeree e nessuno si era mai preoccupato di guardare attentamente la finta licenza che esibiva agli ispettori. Come è stato possibile? Come ha fatto a eludere i controlli che in teoria sono considerati ferrei? A quanto pare tutto è stato molto facile secondo quanto ha raccontato lui stesso al settimanale tedesco Focus.
Fin da ragazzo il suo sogno era volare. Riuscì a ottenere il brevetto per piccoli aerei da turismo ma per mancanza di soldi non poté frequentare il corso per piloti di linea che dura vari anni. Tuttavia non si arrese. Grazie ad un amico che lavorava al centro addestramento piloti della Sas, la compagnia svedese, si esercitava di notte e di nascosto al simulatore di volo. «Dopo un anno e mezzo di esercitazioni clandestine - ha raccontato al settimanale - sentii di essere pronto per pilotare un aereo di linea vero e proprio. Mi mancava però la licenza». È a questo punto che il pilota impostore commette un illecito. Con l'aiuto del computer e del metodo copia e incolla si fabbrica una licenza falsa secondo il modello svedese. Ma non la usa in Svezia perché è troppo rischiosa esibirla, preferisce andare all'estero perché ogni paese ha un modello diverso e non si indaga troppo sull'autenticità dei modelli stranieri.
Il primo impiego è a Milano dove viene assunto da AirOne. Ci rimane fino al 2006 dove raggiunge il grado di comandante di Air Bus. Poi passa alla compagnia Jet 2 e infine all'olandese Corendon dove viene smascherato. Secondo il presidente dell'associazione piloti Evert van Zwal la truffa è stata possibile perché in Europa i modelli di licenza per i piloti sono così diversi e complicati che gli stessi ispettori hanno difficoltà ad orientarsi.

Insomma tutta colpa delle troppe diversità del nostro continente.

Commenti