L’arte del disagio in un giardino

L’arte del disagio in un giardino

Stefano Bruzzone

«Il giardino del mago», è il fiabesco titolo di una canzone del «Banco del Mutuo soccorso». È anche un’installazione artistica degli ospiti della Comunità Gian Soldi dell’ex osp. psichiatrico di Pratozanino (Cogoleto); con loro lavorarono artisti volontari italiani e francesi ed il personale del Presidio. Parte di quel gruppo, con base a Savona, assumerà nel 1998 il nome «Il giardino del mago» e proseguirà un fitto percorso di incontri con i pazienti. Il tutto sfocia in una serie di mostre e laboratori di teatro, cinema, pittura e ceramica, un vero e proprio patrimonio di idee, umanità, gesti, parole.
Oggi gran parte di questa esperienza viene adeguatamente raccolta e proposta in un bel libro curato dal venticinquenne scrittore e saggista Enrico Ratto: «Il giardino del mago - cinema, teatro, prove di salute mentale» (Coedit GE - 12 euro). Le 215 pagine del volume, realizzato con il sostegno della Fondazione De Mari (CaRiSa) e la collaborazione del Dip. Salute Mentale e dell’Asl 3 «Genovese», attraversano con passione e rigore una storia che segna un punto, che merita il divenire anche memoria scritta. L’autore di «Da Seattle a Genova» e del romanzo «Vicoli» entra in contatto per un’intervista con Giorgio Laveri, regista e coordinatore del gruppo e finisce con il condividere per 8 mesi il viaggio trasversale di una compagnia composta da pazienti, attori non professionisti, psichiatri, appassionati. Nessun contratto, ognuno libero di andarsene, pazienti talvolta spostati in altre Residenze. Sempre in evidenza l’aspetto artistico, mai quello psichiatrico.
Chiediamo a Ratto come è nato il progetto: «È stata una proposta fattami dal gruppo; avevano bisogno di una sorta di biografo, che fermasse i loro quasi 10 anni di attività, la loro storia, per poter poi partire di nuovo». Cosa si proponevano gli attori rispetto al loro impegno nel «Giardino del mago»? «Direi gli obiettivi quotidiani. Cosa normale per noi ma non per chi convive con un disagio psichico e vive in una struttura di cura».
Il libro restituisce il senso dell’uguaglianza, della democraticità estrema del progetto, dell’impegno, del senso del lavoro comune («la messa in scena è il vero significato»).

Le quattro performance teatrali, rappresentate in Italia ed in Francia ed i due film «Pratozanino» (passato in rassegne e cineclub) e «Metabar» (in fase di montaggio) prendono spunto, e non potrebbe essere altrimenti, dal tema del disagio dell’individuo.

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