«L’assassino ha lasciato il suo Dna sui vestiti di Serena»

«Sicuramente l’assassino di Serena ha lasciato tracce biologiche personali sugli indumenti della vittima ed è noto che le stiamo cercando tramite incidente probatorio sotto la guida e la responsabilità scientifica del professor Giuseppe Novelli e del suo staff». Lo afferma il criminologo Carmelo Lavorino, consulente della difesa di Carmine Belli, il carrozziere assolto dalla Cassazione nel 2006 dall’accusa di omicidio per il delitto di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni di Arce, in provincia di frosinone, trovata morta in un bosco nel giugno 2001.
«All’epoca sulla felpa, sulla maglietta, sui pantaloni, sul reggiseno e sulle mutandine di Serena non vennero repertate tracce di sangue, quindi, o la ragazza era stata colpita sul sopracciglio sinistro mentre era nuda, oppure, la ragagazza venne spogliata e poi rivestita - sottolinea Lavorino -. Il primo scenario è valido al 99%, il secondo all’1%. Ogni scenario porta implicazione, limiti, condizioni e vincoli speciali, con moventi, contesti e circostanze speciali». Secondo Lavorino si sarebbero potuti «evitare dieci anni di impasse investigativa e giudiziaria e 17 mesi di ingiusto carcere al carrozziere Carmine Belli». «All’interno del nastro adesivo che legava e stringeva le gambe della ragazza vennero repertati due frammenti di impronte digitali», ricorda il criminologo, sottolineando che di questi uno aveva «ben dodici punti caratteristici: dodici punti non sono certezza di compatibilità assoluto, ma sono un ottimo indizio investigativo».
Il cadavere di Serena, diciotto anni, sparita misteriosamente da Arce il 1 giugno 2001, venne ritrovato due giorni dopo tra le sterpaglie, ai margini del boschetto di Anitrella, con le mani e i piedi legati e la testa infilata in un sacchetto di plastica. Secondo gli inquirenti, la giovane sarebbe stata colpita al capo - forse con una tavola di legno - in un altro luogo e poi trasportata nel bosco ancora in vita. Probabilmente, stando agli esami medici, morì più tardi, dopo d po una lunga agonia, per asfissia.
Il giorno della scomparsa Serena aveva saltato la scuola per andare all'ospedale di Isola del Liri - 10 chilometri da Arce - dove doveva sottoporsi a una radiografia ai denti. Terminata la visita acquistò 4 porzioni di pizza e alcune brioche, forse per dividerle con altre persone. Poi, probabilmente, prese il pullman per tornare ad Arce. Alle 13.00 qualcuno, la vide nella piazza principale del paese.

Da quel momento in poi, il buio. In un confondersi di ipotesi e sospetti. Dai quali sono stati travolti persino i carabinieri locali. Uno di loro si sparò nel 2008 dopo l’ nterrogatorio al quale era stato sottoposto con la riapertura dell'indagine .

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