Ma l’asse con Berlusconi rimane saldo

Il Senatùr confessa: «Se andassimo per conto nostro rischieremmo di perdere consensi»

nostro inviato a Vicenza

«Io sono il segretario della Lega Nord e no so se potrò sempre rispettare gli ordini che mi darà questo Parlamento». La butta lì quasi per caso Umberto Bossi, proprio al termine del suo intervento. Perché, ci tiene a dire, «fare il segretario non è cosa facile», visto che bisogna sempre limare e mediare, insomma «trovare la quadra». Poche parole, con le quali il Senatùr apre di fatto la strada all’accordo con il centrodestra in vista delle prossime amministrative.
Già, perché nonostante la linea movimentista del Carroccio i rapporti tra Bossi e Silvio Berlusconi restano ottimi. I due continuano a sentirsi regolarmente, l’ultima volta venerdì scorso. Quando il leader della Lega ha spiegato all’ex premier che a Vicenza avrebbe alzato ancora il tiro senza chiudere la querelle delle alleanze. Con il Cavaliere che non ha battuto ciglio: «Umberto, so che di te posso fidarmi. E capisco che devi accendere i tuoi in vista delle amministrative. Nessun problema, anche perché se la Lega fa il pieno di voti per il centrodestra è solo un bene». E che tra il leader del Carroccio e Berlusconi non vi sia alcuna tensione lo confermano anche le parole del Senatùr. Che, sì, accelera e minaccia un «patto con il diavolo» (cioè il centrosinistra) pur di «portare a casa il federalismo», ma non perde occasione per ribadire che, anche se «alla fine le cose sono andate male», con la Lega «Berlusconi è stato onesto e ha mantenuto la parola». Così, pur lasciando in sospeso la questione alleanze, Bossi si fa scappare che «se andassimo da soli la sinistra ne avrebbe troppo vantaggio». Insomma, «sono realista» perché «non possiamo mica perdere tutti i voti andando da soli». E pure sulla Federazione del centrodestra - ora che il Cavaliere ha smesso di parlare di partito unico e ha chiuso la porta sul referendum - il Senatùr pare più possibilista del solito. E a domanda risponde sibillino: «La Lega ha mantenuto buoni rapporti con Berlusconi. Molto si giocherà sul fatto se andremo alle elezioni da soli o con il centrodestra». Insomma, viste le prospettive, un quasi «sì».
Ma come si concreterà il via libera all’alleanza elettorale con il centrodestra dopo che ieri il Parlamento del Nord ha votato la mozione Calderoli? I delegati, infatti, si sono espressi all’unanimità e difficilmente potranno tornare indietro nella prossima riunione in calendario per il 10 marzo. E qui si torna a quella battuta che Bossi ha buttato lì a fine intervento. Perché la più probabile delle soluzioni è che il Parlamento del Nord ribadisca la linea movimentista, con Bossi a trovare la «quadra» e spiegare al movimento che bisogna cedere al realismo. D’altra parte il Senatùr ha già messo le mani avanti: «Non so se potrò sempre rispettare gli ordini che mi darà questo Parlamento».
La mozione Calderoli, emendata da Speroni, prevede però che «chi vuole andare con la Lega riconosca la Padania». Insomma, un passo in più rispetto agli attuali equilibri. Perché è chiaro che il Senatùr pensa a un riconoscimento «politico» della questione settentrionale. Che potrebbe arrivare proprio il 10 marzo, magari con Berlusconi che prende parte alla seconda seduta del Parlamento di Vicenza.

D’altra parte, Roberto Maroni ha ribadito più d’una volta che «l’assemblea è aperta a tutti gli esponenti politici che abbiano a cuore i problemi del Nord». Non è un caso che lasciando Vicenza dopo pranzo Bossi sia lasciato sfuggire una battuta quantomeno equivoca: «Strano che oggi Berlusconi non sia venuto qui, entrando al grido “viva la Padania”».

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