L’asse tra Fiat e Tata ora si allarga a Iveco

Marchionne «regista» da Torino Il presidente Tata: «Con il Lingotto partnership globale». Titolo a 17,6

da Milano

Si allarga anche a Iveco l’asse tra Fiat Automobiles e Tata Motors, sempre più partner strategico del gruppo torinese (il presidente Ratan Tata siede anche nel cda del Lingotto). Ieri italiani e indiani hanno messo nero su bianco a proposito di due accordi, decisivi per l’allargamento del business dei tre soggetti. Con Tata Motors l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne (che ha guidato l’operazione da Torino, in India era presente il presidente Luca Cordero di Montezemolo), ha definito il piano di produzione di un pick-up nella fabbrica di Cordoba, in Argentina, che fa capo a Torino.
Il responsabile di Iveco, Paolo Monferino, ha invece sottoscritto con Ravi Kant, direttore generale del colosso di Mumbai, una lettera d’intenti allo scopo di valutare la fattibilità di una cooperazione, estesa ai vari mercati, nel settore dei furgoni. Parallelamente allo sviluppo in Cina, dove ha da poco raggiunto importanti intese con società del luogo, Iveco conta ora di crescere anche in India. E il fatto di aver sciolto tutti i legami con il precedente alleato, Ashok Leyland, per la casa produttrice di camion e veicoli commerciali la strada si presenta nuovamente libera da ostacoli. Tra Iveco e Tata Motors la collaborazione potrebbe riguardare progetti di tipo ingegneristico, produttivo, nonché gli aspetti commerciali e distributivi. Una volta verificata la fattibilità del piano, nei prossimi mesi arriverà l’ok alla partnership. A questo punto, considerati i contenuti, l’accordo sui furgoni potrebbe rientrare nelle anticipazioni fatte recentemente dallo stesso Marchionne, secondo cui entro giugno sarebbero state siglate nuove alleanze. A Cordoba, invece, Fiat Automobiles e Tata Motors realizzeranno, su licenza indiana, un pick-up con marchio torinese. L’investimento nell’operazione è di 80 milioni di dollari. Il veicolo, attraverso la rete Fiat, sarà venduto in 20mila unità in Sudamerica e, sembra, in alcuni Paesi europei. Anche il motore diesel sarà di derivazione italiana. A garantirne la produzione sarà la fabbrica di Fiat Powertrain Technologies (Fpt) a Sete Lagoas, in Brasile. Secondo il presidente Tata la firma dell’intesa con Fiat rappresenta l’occasione «per l’avvio di una vera partnership globale sui diversi mercati e segmenti di business».

L’asse Torino-Mumbai ha infine permesso al Lingotto di rimettere in moto due impianti Fiat, quello di Ranjangaon (India) e di Cordoba (Argentina) che da anni erano largamente sottoutilizzati. Grazie ai nuovi accordi ieri il titolo torinese ha ripreso a correre, posizionandosi a 17,6 euro, con un balzo del 2,5 per cento.

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