L’assessore si congeda con lo spot

L’assessore si congeda con lo spot

Nel panorama dei tanti manifesti elettorali che stanno comparendo in Liguria, quelli di Giovanni Battista Pittaluga, assessore al Bilancio della Regione, sono sicuramente tra i meno «professionali», pubblicitariamente parlando. Non sono accattivanti, spesso persino difficili da mettere a fuoco e capire anche perché passano davanti agli occhi di automobilisti e pedoni per pochi istanti, attaccati come sono alle fiancate degli autobus. Gli stessi messaggi, per la verità vengono rilanciati, anche tramite spot televisivi sulle reti locali. E qualcuno potrebbe pensare che, nonostante le dichiarazioni fatte, l’assessore abbia voglia di riprovarci. Insomma, che anche lui possa nuovamente partecipare alla campagna elettorale, pur essendo il suo rapporto con Claudio Burlando ormai al capolinea già da qualche mese.
«Non mi rimangio alcunché - assicura subito il professore prestato alla politica - Questa mia esperienza è da considerarsi finita. Ho fatto soltanto fare i manifesti perché ritenevo giusto comunicare quello che ho fatto in questi anni». Ed in effetti i messaggi che passano, in tutti i sensi, sono proprio lontani anni luce da qualsiasi tentativo di catturare un voto con uno slogan ad effetto. «Stabilizzati i precari». «Migliorata la macchina organizzativa regionale». Concetti preceduti da una dicitura asettica: «resoconto di mandato elettorale». Quasi a voler dimostrare che si tratta di comunicazione istituzionale pura e semplice.
Ma siccome già nel corso dell’ultimo anno il presidente Burlando, con la scusa della pubblicità istituzionale, ha bombardato i liguri di spot e manifesti per decantare la propria attività facendo pagare il conto alla Regione, qualcuno teme che il governatore abbia chiesto ai suoi assessori di fare la stessa cosa.

«Sì, sono soldi del gruppo regionale Gente di Liguria - spiega Pittaluga - Soldi avanzati dall’attività politica, che ho deciso di destinare alla comunicazione ai cittadini del nostro operato. Ma se è per quello sono solo una piccola parte. Molti di più sono quelli che lascerò non utilizzati e che resteranno nelle casse». Soldi insomma già destinati ai gruppi politici. Nulla di sospetto.

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