(...) A dare una mano arrivano anche un medico polacco e uninfermiera di Barcellona: unéquipe improvvisata che trova subito laffiatamento giusto. I soccorsi sono rapidi, rapidissimi. Un minuto di massaggio cardiaco in mezzo al corridoio. Niente. Ci si prepara a incidere la trachea con un banale coltello da tavola. Passa un altro minuto. Il paziente comincia a reagire e forse il peggio può essere evitato. Quasi al terzo minuto di massaggio, dopo un'iniezione di farmaci, luomo si riprende. In business class viene improvvisato un ambulatorio. Léquipe medica, in volo sopra il Brasile, valuta se chiedere latterraggio o proseguire. Si prosegue: nei kit di soccorso a bordo ci sono farmaci in grado di coprire le nove ore di traversata e di prevenire addirittura fino ad altri tre attacchi di cuore. Latterraggio avviene a Malpensa alle 6.30 del mattino. In aeroporto tutto è pronto per soccorrere l'uomo. Come nei migliori film, Bresciani, con ancora le maniche della camicia arrotolate, viene applaudito dai compagni di viaggio. E, stanco, se ne va a casa per qualche ora di sonno prima di riprendere gli impegni da assessore.
«Non mi sento un eroe - commenta - ce lho solo messa tutta. Mentre soccorrevo quelluomo pregavo. A volte non basta la tecnica. Mi sono reso conto del privilegio di essere medico. È bellissimo salvare una vita umana».Maria Sorbi