L’Atac: «Tutto in regola al deposito di Tor Pagnotta». Ma non è proprio così

Atac Spa (Agenzia per la Mobilità Pubblica e Privata del Comune di Roma), intende fornire alcune precisazioni in merito all’articolo pubblicato martedì scorso sul deposito di Tor Pagnotta, il primo della Capitale destinato alle nuove vetture a metano acquistate dall’Agenzia. Sono, infatti, prive di fondamento le affermazioni fatte dal capogruppo regionale della Lista Storace, Fabio Desideri. Affermazioni per altro riferite a una rilevazione che sarebbe stata effettuata nel deposito nel febbraio scorso. In primo luogo, i finanziamenti, visto che si tratta di denaro pubblico. Dei 33,5 milioni di euro erogati dalla Regione Lazio, solo cinque sono stati destinati alla rimessa di Tor Pagnotta; con i restanti 27, sulla Palmiro Togliatti, al posto del vecchio Centro carni, Atac sta realizzando il più grande nuovo deposito tranviario di Roma, modernissimo e che consentirà un forte potenziamento di tutte le tratte tranviarie, con particolare attenzione alle direttrici periferiche. L’Agenzia smentisce, poi, che le strutture del deposito di Tor Pagnotta siano fuori norma. La rimessa ha ottenuto i preventivi pareri favorevoli ai fini della sicurezza antincendio e igiene del lavoro, sia da parte del comando provinciale dei vigili del fuoco, che della asl competente per territorio, senza i quali il deposito non sarebbe potuto entrare in esercizio. Gli idranti lungo il perimetro sono installati e funzionanti, mentre Trambus, che gestisce l’impianto, sta già provvedendo alla predisposizione delle planimetrie per i piani di evacuazione. Il magazzino è già stato dotato di impianto di climatizzazione, così come le infiltrazioni di acqua piovana, sebbene fisiologiche per le “coperture piane”, sono state individuate e corrette. Il locale indicato nell’articolo come “carrozzeria”, è in realtà destinato ad attività ausiliarie. Se, in futuro, Atac e Trambus decidessero circa l’opportunità di eseguire lavorazioni di carrozzeria anche a Tor Pagnotta, gli impianti del locale verranno adeguati alle esigenze di sicurezza e igiene sul lavoro del personale, secondo le norme vigenti. Risulta essere a norma anche la segnaletica verticale e orizzontale per la disciplina dei movimenti interni di mezzi e pedoni.
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Prendiamo atto delle precisazioni dell’Atac, del tutto legittime, ma quantomeno “originali”: come si fa a considerare “fisiologiche” delle infiltrazioni d’acqua in un deposito appena inaugurato e costato 5 milioni di euro? Apprendiamo anche che gli idranti (solo) ora sono stati installati, ma che le planimetrie per i piani di evacuazione, nonostante i giri di parole, ancora non ci sono.

Per quanto riguarda i finanziamenti, infine, l’Atac avrebbe fatto meglio a correggere a tempo debito le notizie diffuse non soltanto dalle agenzie di stampa ma anche dal sito ufficiale della Regione Lazio. Il consigliere Desideri, da noi chiamato in causa, ha detto che «le problematiche sulla sicurezza del deposito, al momento dell’entrata in esercizio, esistevano e alcune sono tuttora presenti, checché se ne dica».

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