L’attacco si inceppa, la Lazio non fa poker

Emiliano Leonardi

Sfatato il tabù, la Lazio diventa quasi d’incanto un agnellino per la Fiorentina, dopo essere stata la bestia nera dei viola, a casa loro, per più di dieci anni. È stato un gol di Toni a chiudere la parentesi delle scorribande biancocelesti, così come Batistuta, undici anni fa, aveva «griffato» l’ultima vittoria dei fiorentini contro i laziali. Da un centravanti all’altro. Stavolta però con la pecca che il gol è stato forse viziato da un fallo del numero 9 toscano che il signor Rizzoli ha pensato bene di non fischiare.
Ma non è solo colpa dell’errore del direttore di gara bolognese se i ragazzi di Formello restano fermi, dopo tre domeniche di successi incorniciati da dodici gol. Stavolta la produzione offensiva, quarta del campionato, non ha dato frutti: impalpabili Rocchi e Pandev, sfortunato Foggia, uscito per infortunio, l’unico da applausi è rimasto Makinwa, che ha dato una svolta parziale alla gara quando è entrato in campo. «Ci è mancato solo il gol», si rammarica lapalissiano l’allenatore Delio Rossi, secondo il quale però la domenica a Firenze non è stata tutta da buttare: «Successivamente alla loro rete siamo riusciti a fare una buona prestazione. Ci è mancato il pareggio, forse perché non abbiamo creato l’assist decisivo. Ma non credo che la Fiorentina abbia fatto più di noi». Nessun problema con Oddo, sostituito durante la gara: «Non è disturbato dalle voci sul rinnovo del contratto. Siamo professionisti e sono cose che succedono. Il problema era dovuto al fatto che in settimana non si era allenato benissimo a causa di una sindrome influenzale».
Ma quella di ieri non sembrava la vera Lazio, con Oddo e Zauri in difficoltà davanti alle scorribande di Jorgensen e di Mutu, imprendibile nell’uno contro uno, così come Cribari e Stendardo hanno sfigurato al cospetto del centravanti campione del mondo, sottotono rispetto alla scorsa stagione (6 reti) e fisicamente acciaccato. Così è bastata appena una distrazione difensiva per andare al tappeto nella prima delle quattro asperità previste dal calendario di dicembre. E l’analisi evidenzia che c’è appena un punto conquistato, sui 9 a disposizione, contro le altre penalizzate da Calciopoli: era andata male anche col Milan (2-1) e dentro lo stadio Olimpico contro la Reggina.
Certo, non va dimenticato che il migliore in campo è stato il portiere della Fiorentina Frey, protagonista a più riprese su tiri di Makinwa, Foggia e Mutarelli. E ancora, su Ledesma e Foggia: uno giocava contro il recente passato laziale, l’altro per conquistare definitivamente un posto da titolare. Non hanno sfigurato, e anzi sull’ex ascolano bisogna dire che quando è uscito dal campo sono finiti i rifornimenti per le punte. L’unica fortuna è dovuta al fatto che il Livorno, antagonista diretto nella corsa per la zona Champions, ha perso in casa contro il Chievo. Tutto invariato, mentre a Formello fervono i preparativi del derby. Tutti presenti, tranne Behrami. C’è voglia di fare un bel «regalo» ai cugini romanisti. Con il tifo dell’ex di turno di ieri, Fabio Liverani, che ha confessato che domenica prossima «al limite tiferò per la Lazio».

«È chiaro - spiega l’ex regista biancoceleste - che se proprio devo scegliere, l’augurio e il mio sostegno vanno ai miei ex compagni, ai ragazzi con i quali ho condiviso tante emozioni. Ma spero sia una bella partita, in casa Lazio due giocatori come Rocchi e Pandev, con la loro qualità, possono deciderla in qualsiasi momento».

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