«Ma l’attentato non frena la sfida di Rifondazione»

«Esprimo solidarietà a Sergio. Tra i sovversivi e i movimenti nessun legame»

nostro inviato a Bologna

Onorevole Franco Giordano, capogruppo di Rifondazione alla Camera, il suo partito è protagonista di una dura polemica con Sergio Cofferati a Bologna. Che cosa dice al sindaco?
«Gli esprimo assoluta solidarietà. I protagonisti di questo episodio sono nemici del movimento e della partecipazione democratica, lontanissimi dalle vicende bolognesi. È evidente che utilizzano strumentalmente le contrapposizioni politiche di questi mesi per alimentare la conflittualità».
Secondo lei, il rigore di Cofferati ha esasperato i toni?
«Un conto è l'attentato per il quale la condanna è nettissima, un altro la dialettica all'interno dell'amministrazione. Sono aspetti radicalmente diversi. L'attentato non c'entra nulla con il confronto in atto a Bologna».
Eppure il pacco bomba è giunto proprio in un momento di tensione alta in città. Non c'è proprio nessun collegamento?
«Solo strumentale da parte di chi ha mandato il pacco bomba. Tra gli attentatori e i movimenti non ci sono contatti, sono protagonisti diversi. I movimenti hanno al loro interno gli anticorpi della non violenza».
Una settimana fa a Bologna lei ha detto che l'occupazione delle terre in Puglia ha sconfitto il latifondo. Non crede che parlare di «illegalità buone» possa creare confusione?
«Lo escludo categoricamente. Tutte le componenti della nuova legalità hanno come caratteristica la non violenza. La non violenza è la nuova cifra del rapporto di questi giovani con la politica. La violenza è lontana anni luce da questi movimenti».
Ma l'altra sera i disobbedienti hanno annunciato una lunga serie di azioni contro Cofferati oltre la legalità, come autoriduzione della spesa e manifestazioni non autorizzate.
«Ripeto: tutte azioni dimostrative non violente».


Cambia qualcosa nei rapporti tra voi e Cofferati?
«Assolutamente nulla, l’attentato non può frenare il confronto politico, anzi sarebbe sbagliato farsi condizionare».
Quindi restate in giunta nonostante l'opposizione al documento sulla legalità.
«La discussione è aperta. Si vota fra due settimane. Alla fine sarà Cofferati a decidere se siamo compatibili o no».

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