L’autismo infantile a Zoomarine fa la parte del leone. Marino

Mansueti bestioni di oltre 400 kg come terapia per i bambini autistici. Non è fantascienza, ma un esperimento innovativo di «pet therapy» - il primo del genere in Europa - che, da aprile, è in corso presso il parco acquatico Zoomarine di Torvaianica alla cosiddetta Baia dei pinnipedi. A volte, una grande emozione come l’impatto con questi stupefacenti bestioni può sbloccare un bambino che fatica a rapportarsi con l’esterno: è questa l’ipotesi di lavoro del progetto guidato da Davide Moscato, professore di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Roma, condotto insieme all’ospedale San Carlo di Nancy Idi.
I dati del San Carlo - che da sette anni si è dotato di un’autentica fattoria con cani, caprette, conigli, pony - già comprovano l’efficacia della pet therapy nel 90 per cento dei casi di bambini affetti da cefalea, nonché la sua capacità di migliorare la vita relazionale dei pazienti affetti da disturbi comportamentali, ritardi mentali e autismo. Quest’ultima è purtroppo una patologia che non si può mai guarire completamente; tuttavia miglioramenti significativi sono già stati ottenuti con bambini autistici che, avendo preso confidenza con dei cagnolini, per la prima volta in vita loro hanno parlato e comunicato con l’esterno. «I buoni risultati ottenuti in questi anni, su un campione di 500 bambini - aggiunge Moscato - ci inducono a estendere l’esperienza ad animali senza dubbio più impegnativi, ma anche più affascinanti. I grandi, buoni e socievoli mammiferi marini sono, in se stessi, delle vere metafore: così come essi entrano ed escono dall’acqua, così cerchiamo di aiutare i bambini autistici a emergere dal loro mondo sommerso, facendo affiorare in loro una nuova capacità relazionale». Già si vedono i primi risultati: quando un leone marino ha schizzato un po’ d’acqua verso i ragazzi, quest hanno dimostrato chiari segni di divertimento e gioia. Ciò che è banale e scontato per i loro coetanei «normali», per questi ragazzi vuol dire un grande progresso. Il programma della sperimentazione, della durata di un anno, prevede un’interazione diretta tra bambini e animali, sotto la supervisione di addestratori specializzati e di uno staff scientifico-terapeutico scelto ad hoc. Le specie coinvolte sono il leone marino (californiano, sudafricano e sudamericano) e la foca grigia.

Come ha dichiarato il direttore generale di Zoomarine Stefano Cigarini, «questo progetto di pet therapy è su base totalmente volontaria e va nella direzione di valorizzare il più stretto contatto tra uomo e animale, obiettivo che Zoomarine persegue dal 2009 con i tour guidati nelle aree zoologiche, molto graditi da appassionati e visitatori». Se i risultati scientifici del progetto fossero soddisfacenti, già dall’anno prossimo lo si potrebbe potenziare aprendo ad altri ragazzi con simili problemi.

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