L’auto nel carrello, concessionari danneggiati

nostro inviato a Solbiate (Varese)

La possibilità di mettere anche l’auto nel carrello del supermercato, a un prezzo inferiore di quello proposto dalla concessionaria, si può interpretare come la volontà della grande distribuzione di entrare in un nuovo proficuo business.
L’ipotesi è vista logicamente come fumo negli occhi dalle reti commerciali che ravvisano nell’iniziativa una sorta di concorrenza sleale. Il caso più recente riguarda 100 Kia Picanto, city-car che si compra a 10.200 euro, offerte a 800 euro in meno negli ipermercati Auchan di Mestre (da ieri) e Venaria, nel Torinese (dal 12 settembre). Chi le acquista potrà pagarle direttamente alla cassa, in un’unica soluzione o tramite un finanziamento, come avviene dal concessionario. Per la catena dei centri commerciali si tratta di un test. Non è quindi escluso che, in caso di successo, l’auto nel carrello diventi una consuetudine. Da parte loro i concessionari sono pronti a dare battaglia. «A subire i danni maggiori - commenta Giuseppe Bitti, amministratore delegato di Kia Motors Italia, marchio automobilistico casualmente coinvolto nel caso - sono proprio loro. La rete ha infatti investito nel brand in cui crede capitali ingenti. Il prezzo proposto, inoltre, non è praticabile attraverso i canali commerciali canonici previsti dalla nuova normativa Ue sulla distribuzione in vigore dal 2003. Quelle in vendita sono vetture a “chilometri zero” provenienti da altri Paesi dove esistono problemi di over-stock». Bitti, impegnato ieri nella presentazione di un nuovo modello, ricorda anche «che l’auto non è un televisore, ma che l’acquisto di un veicolo presuppone l’esistenza di una struttura capace di assicurare la manutenzione periodica non necessaria per altri beni». Nel caso delle Picanto «nel carrello» il contratto riguarda direttamente la Auchan e il consumatore.

Chi acquista, dunque, è bene che si informi dettagliatamente sulla garanzia legale, visto che la Commissione Ue prevede che a rispondere in proposito sia l’ultimo anello della catena di vendita (la società può comunque aver preso accordi con strutture specializzate nell’assistenza).

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