L’auto Usa davanti alla crisi Toyota assedia il primato Gm

nostro inviato a Detroit

Analisti, banche d’investimento e le stesse case automobilistiche sono per lo più d’accordo: il 2008, per il mercato delle quattro ruote, sarà un anno difficile. Negli Stati Uniti, il mercato più importante nel mondo, le vendite si attesteranno sotto la soglia dei 16 milioni di unità (non accadeva dal 1998). Ne sono sicuri, a esempio, Lehman Brothers (15,5 milioni), Goldman Sachs (15,6), JpMorgan (15,7). Tra i gruppi del settore, i più pessimisti sono Gm (15,7 milioni), Nissan (15,8) e Hyundai (15,6). Un po’ più ottimisti sono, invece, Ford, Chrysler e Toyota che stimano immatricolazioni appena sopra quota 16 milioni. Lo studio di AlixPartners evidenzia anche come negli Usa la situazione, per quanto riguarda l’auto, non sia destinata a migliorare nel 2009, anno in cui le vendite potrebbero oscillare da un pessimistico 14,7 milioni a un ottimistico 15,2 milioni di unità.
«Queste previsioni – commenta da New York Stefano Aversa, amministratore delegato di AlixPartners – tengono comunque conto che presto le “Big three” Gm, Ford e Chrysler cominceranno a beneficiare dei vantaggi dei piani di ristrutturazione lanciati negli scorsi anni. C’è poi l’accordo con il sindacato Uaw che ha eliminato, per le case automobilistiche, la contabilizzazione a bilancio delle spese previdenziali. Ma a mettere in guardia il comparto sono fattori come il rallentamento dell’economia, gli effetti della crisi dei subprime e il caro-carburanti che ha portato il gallone abbondantemente sopra i 3 dollari, uno choc per gli americani».
Il 2007, intanto, si è concluso negli Usa con una flessione delle vendite del 3%, attestandosi a 16,14 milioni di unità, il livello più basso mai raggiunto negli ultimi 10 anni. Tutti in calo i padroni di casa, da General Motors (meno 6%), a Chrysler (meno 6%), a Ford (meno 9%). Per i tre costruttori Usa le vendite sul proprio mercato sono scese del 7%, restando di poco sopra il 50 per cento. Per questi colossi le cose sono andate sicuramente meglio in Europa e sugli altri mercati (in Cina, per esempio, la joint-venture Shanghai General Motors ha annunciato di essere divenuta la prima casa a vendere 500mila vetture), confermando le differenti velocità con cui i tre gruppi si muovono da tempo. A Detroit, dove da oggi si concentra l’attenzione in occasione del North american auto show, il primo grande Salone del 2008, l’attesa è di conoscere i dati ufficiali sulle vendite mondiali dello scorso anno. In pratica si vuole sapere se Toyota, dopo aver superato Ford negli Stati Uniti (è la prima volta dal 1931 che gli americani non chiudono al secondo posto) ha strappato ufficialmente a General Motors il primato mondiale. Gli esperti ritengono che i giapponesi abbiano terminato l’anno con 9,36 milioni di auto vendute in tutto il pianeta, mentre Gm si sarebbe attestata a 9,3 milioni. È da 76 anni che il colosso con sede a Detroit mantiene ininterrottamente la leadership mondiale. Il primato di Toyota dovrebbe confermarsi anche sul fronte produttivo dove Gm ha già rivelato che le sue fabbriche nel mondo hanno prodotto lo scorso anno 9,28 milioni di veicoli, mentre sono 9,51 i milioni stimati per i giapponesi.


Dal Salone, abituale passerella dei numeri uno dei gruppi automobilistici (secondo le ultime informazioni Sergio Marchionne, ad di Fiat Group, dopo il forfeit in occasione dell’Expo di New Delhi, avrebbe deciso di non partire per gli Usa) si conosceranno le nuove strategie di Ford, alle prese con una cura dimagrante (la cessione imminente di Land Rover e Jaguar a Tata Motors), Chrysler (altri 5mila tagli in 5 impianti Usa; accordo in America Latina con Nissan), Gm, di europei e asiatici. Denominatore comune è la voglia di riscatto attraverso la realizzazione di modelli sempre più rispettosi dell’ambiente.

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