L’autore di «Tangenziali»: «Fatevela tutta a piedi»

La tentazione di sedersi in auto tutto il giorno viene: centinaia di parcheggi vuoti, strade sgombre a perdita d'occhio, semafori sempreverdi. Ma vuoi mettere Milano a piedi d'agosto, circondati da un silenzio innaturale, che si sentono le campane e lo stormire delle foglie quando vien su un po' di brezza? Visto che le «Tangenziali» milanesi dell'omonimo volume (Guanda) se le è fatte d'estate, 30 gradi di media, il guru della città a piedi rimane lo scrittore e architetto milanese Gianni Biondillo, che non solo ha girato in lungo e in largo il centro, ma anche le periferie e la cintura. E in questa settimana di fine ferie ha un consiglio originale per chi volesse provare una nuova emozione metropolitana: «Son giorni di bollino rosso? Andiamo a vedere. Munitevi di zainetto con un paio di litri d'acqua, generi alimentari energetici, come dolcetti o cracker, scarpe comode, senza tacco e già usate - se ha piovuto meglio scarponcini da trekking, potrebbero capitare tratti fangosi - e preparatevi ad aggredire a piedi la tangenziale che vi porta all'Abbazia di Viboldone, per un totale di dieci chilometri massimo. Consultate il sito ATM per verificare orari e percorsi dei mezzi pubblici che vi portano a San Donato Milanese, dove il percorso ha inizio, e che vi riporteranno a San Donato da San Giuliano Milanese, dove il percorso a piedi avrà termine».
Una volta «sbarcati» dalla metropolitana, nel seguire le indicazioni per Viboldone, vi capiterà di prendere proprio il pezzo di tangenziale che vi permette di fare «carwatching», cioè osservare con agio e serenità la coda interminabile dei vacanzieri che sciamano nervosi e stanchi verso la metropoli. Voi, invece, siete felicemente attesi da un pezzo di storia di Milano: un'abbazia pluricentenaria, immersa in una pace precementificazione. Ma i suggerimenti agostani dell'architetto Biondillo, autore di un'altra «guida» alla Milano da riscoprire che è già un classico, «Metropoli per principianti» (Guanda) non finiscono qui. A New York chi abita al Queens prenota un alberghetto a Brooklyn e nei weekend scopre il quartiere. E' ora che chi sta alla Bullona parta alla scoperta di Piazzale Loreto: «I milanesi devono andare oltre il triangolo Brera-Castello-Duomo. Siamo negli anni Dieci e tutta l'architettura del Novecento non è più "contemporanea", ma storica, e a Milano c'è la migliore d'Italia. I palazzi di Terragni in corso Sempione, di fronte alla Rai di Giò Ponti, e in piazza Morbegno, la Torre Velasca, il centro di Figini, Pollini, Caccia Dominioni, i quartieri dei ferrovieri di Via Lincoln, il Monte Amiata di Aldo Rossi a San Leonardo, il design della linea Uno della metro che ai tempi ci venne copiato dalla metro di New York".

Consigli pratici? "Fatevi una guida personale da internet, mettendo i nomi degli edifici e degli architetti su Wikipedia. Stampatela in formato ridotto e portatela con voi. E poi, mano al citofono e alla faccia tosta, perché la maggior parte degli edifici sono privati».

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