L’«Avvenire» lancia la carica: boicottiamo il film di Moretti

Milano «Bocciamo “Habemus Papam” al botteghino. Saremo noi a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo». Sono passati i tempi delle semplici «stelline» come metro della vicinanza ai valori cristiani delle pellicole. Oggi la stampa cattolica, rappresentata dal suo quotidiano principe, l’Avvenire, è diventata l’epicentro critico-culturale del dibattito sull’ultima opera di Nanni Moretti. E se nel giorno del debutto in sala la recensione «ufficiale» del film da parte del giornale dei vescovi era blandamente positiva («un film ben fatto»), ieri è stato il turno dei detrattori. Pubblicando la lettera del giornalista vaticanista dell’agenzia Agi Salvatore Izzo, l’Avvenire si è fatto veicolo della stroncatura più forte che «Habemus Papam» abbia fin qui ricevuto.
«È su di noi che si fa conto - scrive Izzo, facendo appello al pubblico cattolico - per recuperare l’investimento cospicuo che è stato fatto per ricostruire la Sistina in uno studio». Ma la critica di Izzo non si ferma solo al film che racconta la crisi di identità di un novello papa, ma abbraccia anche il modo in cui quegli stessi «opinionisti cattolici hanno trattato il film di Moretti(...). Non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono (con una ben curiosa giustificazione: Moretti poteva essere molto più cattivo)». Il papa, conclude Izzo, «non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa. Di “Habemus Papam” non abbiamo bisogno, noi il Papa ce lo abbiamo per davvero».
E la voce di Izzo non è la sola cui l’Avvenire ha dato spazio ieri.

In un articolo sulle performance al botteghino di Moretti - 227mila euro incassati il primo giorno - è riportato il commento di monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova e presidente dell’Acec, l’associazione della Cei per coordinare le sale della comunità: «Mi pare che il film sia una ruffianata». «Sul mio lavoro c’è libertà di opinione, chiunque può dire qualsiasi cosa - ha ribattuto Moretti - ma io non commento. Dopo averlo visto possono boicottare».

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