L’avvocato ferma Scajola: «Non deporrà»

RomaNon si presenterà domani davanti ai Pm di Perugia l’ex ministro Claudio Scajola. I magistrati lo avevano convocato in qualità di persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta su appalti e grandi eventi. Il motivo lo ha spiegato l’avvocato di Scajola, Giorgio Perroni: la convocazione dell’ex ministro dello Sviluppo economico senza garanzie, ossia senza la difesa, in quanto non indagato, è un paradosso dal momento che sulla stampa il ruolo di Scajola nell’inchiesta ha avuto una risonanza enorme. Il legale ha dichiarato che il suo assistito verrebbe sentito «in una veste che parrebbe ormai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti». L’audizione avverrebbe «senza, quindi, il rispetto delle garanzie difensive normative previste».
Se Scajola non si presenta a Perugia, «l’unica spiegazione logica è che è indagato», ha supposto Antonio Di Pietro rispolverando il suo ruolo di magistrato: «Un testimone è obbligato a presentarsi altrimenti lo vanno a prendere i carabinieri...».
Perroni ha dato personalmente notizia della decisione ai magistrati: «Le ragioni di questa mia personale scelta - ha chiarito - vanno rinvenute nella singolare situazione che si è venuta a determinare». La circostanza di un non indagato trattato come un indagato per l’eco mediatica che lo ha circondato: «Ormai da giorni la stampa nazionale riporta il contenuto di atti di indagine concernenti la compravendita» dell’immobile di via del Fagutale, «di proprietà del ministro Scajola e oggetto di investigazione». L’avvocato ricorda tutte le circostanze riportate dalla stampa: il presunto pagamento aggiuntivo per la casa vista Colosseo con assegni circolari, 900mila di euro, «tratti su un conto corrente intestato all’architetto Zampolini» ma riconducibile «all’imprenditore Diego Anemone»; le notizie sui presunti favori dell’ex ministro: l’appalto ad Anemone del centro Sisde di piazza Zama a Roma, e il «rilascio», quando Scajola era ministro dell’Interno, del «nulla osta di sicurezza», il certificato che consente alle aziende di occuparsi di appalti di massima riservatezza. Tutte notizie «che si dimostreranno non conformi al vero».
L’audizione di Scajola in qualità di testimone «non è» quindi «corretta su un piano tecnico processuale e mi determina un comprensibile stato di imbarazzo». La procura di Perugia è comunque «non competente a indagare sulla vicenda» e questa è la seconda ragione per la quale Scajola «non si presenterà»: «Sia perché i fatti sono tutti avvenuti a Roma, sia perché la competenza a spetterebbe al «tribunale dei ministri».


Per un impedimento del gip, Massimo Ricciarelli, è stata poi rinviata a domani l’udienza fissata per esaminare la richiesta di commissariamento delle imprese del gruppo Anemone. L’imprenditore - fuori dal carcere da domenica - «si sta riposando e riprendendo», riferisce il suo avvocato, Gianluca Ritano: «Passa il tempo insieme alla moglie e ai figli».

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