L’eccellenza per trattare tutte le patologie

La riabilitazione respiratoria è una branca della medicina che mira al recupero funzionale dei polmoni compromesso da diversi tipi di patologie. «In generale - spiega il professor Luigi Ferri, primario dell’Unità Operativa specializzata in questa disciplina all’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Raffaele Pisana di Roma - trattiamo patologie che possono stabilizzarsi o di cui si può ridurre la gravità. Il nostro obiettivo finale è quello di dimettere pazienti che hanno raggiunto un miglioramento clinico, che sanno come gestirsi e che possano reinserirsi al meglio nel loro contesto famigliare e sociale».
Il reparto diretto dal professor Ferri dispone di quaranta posti letto, dove vengono trattati pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica riacutizzata. «In genere - spiega il primario - i nostri pazienti provengono dagli ospedali in condizioni di parziale stabilizzazione clinica ma con ulteriori possibilità di recupero clinico-funzionale. Spesso necessitano di ventilazione meccanica non invasiva. Quasi tutti i degenti sono in ossigenoterapia continua». Nel reparto vengono trattati pazienti affetti sia da patologie come broncopneumopatia cronico-ostruttiva, fibrosi polmonare, enfisema polmonare, insufficienza respiratoria cronica, sindrome bronchiectasica, asma bronchiale, sindrome per le apnee del sonno; sia pazienti dimessi da reparti di chirurgia toracica maggiore. Prima dell’esecuzione dei programmi di riabilitazione i pazienti sono sottoposti ad accurati accertamenti specialistici di funzionalità respiratoria come pletismografia corporea, emogasanalisi e test da sforzo.
Quanto può durare un ricovero? «In genere la durata di una degenza è di quattro settimane», risponde il professor Ferri. Il ciclo riabilitativo prevede soprattutto esercizi che mirano al miglioramento della tolleranza allo sforzo fisico e la riduzione del «sintomo» dispnea. I trattamenti sono praticati da un’equipe di fisioterapisti specializzati. Dall’inizio alla fine del ciclo riabilitativo viene applicata una metodologia per misurare i risultati, o outcome. Multidisciplinarietà e lavoro d’equipe sono pilastri fondamentali dell’attività del reparto di riabilitazione respiratoria del San Raffaele Pisana che, in quanto Irccs, integra in modo sinergico assistenza e ricerca. «Ogni caso - continua il professore - è affrontato da un team che comprende medici pneumologi, infermieri professionali, fisioterapisti specializzati in riabilitazione respiratoria e psicologi. Nella terapia viene prestata molta attenzione anche agli aspetti nutrizionale ed educazionali». Quale compito hanno gli psicologi? «Il paziente respiratorio - risponde il primario - è un po’ diverso dagli altri. Chi fatica a respirare tende a diventare una persona angosciata e angosciosa, che si chiude in se stessa, che si rende conto di soffrire di una malattia particolare. La psiche ne può risentire. Tutto quello che facciamo dovrebbe scaturire in un miglioramento della qualità della vita. Per questo è importante che, oltre a uscire dal ciclo riabilitativo con una riduzione dei sintomi, soprattutto la dispnea, il paziente venga dimesso educato a gestire la sua vita quotidiana in modo compatibile con la malattia».

L’educazione parte da un’approfondita conoscenza della propria patologia, delle possibilità di recupero, degli stili di vita più opportuni da adottare: l’abolizione del fumo, l’igiene dell’abitazione, l’allontanamento eventuale da stimoli nocivi e così via. Inoltre, il paziente deve essere abituato a utilizzare le protesi che potranno essergli prescritte, come la ventilazione meccanica o l’ossigeno, senza che queste rappresentino per lui un ulteriore trauma psichico.

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