Piera Anna Franini
da Milano
Ha un aspetto angelico: bionda, occhi cerulei, britannico pallore. Porle domande è come cavare sangue a una pietra. E ti chiedi come possa incarnare la focosa Elettra, la donna che ama Idamante, senza però essere ricambiata. Elettra, consumata dalla gelosia, corrosa dallinvidia provata per Ilia, la figlia di Priamo, alla fine sposa il tanto conteso Idamante. Eppure dicono che in palcoscenico questo soprano inglese, intorno ai trentanni, tiri fuori le unghie: lì, Emma Bell, diventa veramente se stessa, eccellendo addirittura nelle Arie di sdegno. E ciò ben lo sa Daniel Harding, che ha scelto proprio lei per vestire i panni di Elettra nellIdomeneo in scena alla Scala il 7 dicembre.
Debutto di ruolo, di teatro e di Paese: «Non ho mai cantato in Italia», ci confessa candidamente. Del resto, carriera e percorsi sono per lo più anglosassoni, è stata lanciata dal britannico Kathleen Ferrier Award nel 1998, è fra le «Bbc New generation artists 1999», in settembre ha debuttato al Covent Garden. Quanto alla sua prima scaligera, «è straordinario, gorgeous... poter cantare qui. Mi spiace solo non aver potuto conoscere questo teatro prima della ristrutturazione», dice.
Cosa ne pensa dellacustica?
«È buona, poi si sapeva dei punti di diversa risposta acustica, che noi chiamiamo punti Callas. Ci sono stati indicati anche se, in ogni caso, li avremmo individuati per istinto».
Se dovesse ritrarre il suo personaggio?
«Elettra è mossa dallamore per Idamante, è la vittima di questa vicenda familiare. Lui è lunico scopo della sua vita, è il motore della sua esistenza».
Come vive le difficoltà poste dal rapporto tra Idomeneo e il figlio Idamante?
«Anche quando la scena non mi coinvolge direttamente, ammetto di provare forti emozioni. Certo, un cantante dovrebbe saper scindere il proprio animo da quello del personaggio, ma la cosa non è possibile fino in fondo.
Ha già lavorato con Harding?
«No, anche se, per il fatto che entrambi siamo inglesi, ci si conosce. Inoltre condividiamo la stessa agenzia».
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