L’elettronica aiuta i malati

I parametri di 78 pazienti anziani ricoverati all’ospedale La Poliambulanza vengono monitorati da Guardian

Gianni Clerici

Ci sono sempre più anziani e sempre più frequenti ricoveri ospedalieri. Molti, tra gli anziani ricoverati, hanno bisogno di una degenza prolungata in terapia intensiva e ciò comporta un elevato impiego di risorse. Vengono definiti «subcritici» e rappresentano il 10 per cento dei ricoverati in terapia intensiva. In oltre la metà dei casi, hanno superato i 65 anni di età.
Il problema numero uno è quello di controllare, ventiquattro ore su ventiquattro, i loro parametri vitali. Se questo controllo viene effettuato, non solo si migliora la loro qualità di vita (che si accompagna spesso a una prognosi favorevole) ma si rende possibile il loro trasferimento presso le Divisioni ospedaliere di medicina o di geriatria.
La Poliambulanza di Brescia, con la collaborazione delle Ancelle della carità e di Domus Salute, ha tenuto sotto controllo per sei mesi, presso il Dipartimento di geriatria diretto dal professor Marco Trabucchi e dal primario Renzo Rozzini, 78 pazienti «subcritici», attraverso l’innovativo sistema «Guardian», un guardiano elettronico che riesce a monitorare, senza alcuna interruzione, i parametri vitali dei ricoverati: respiro, battito cardiaco, pressione arteriosa, elettrocardiogramma a due derivazioni, temperatura corporea e perfino l’ortostasi, ovvero il controllo della stabilità del malato. Il progetto è stato realizzato grazie alla sponsorizzazione di AstraZeneca.
Questi dati vengono trasmessi attraverso uno strumento che ha le dimensioni di un telefono cellulare, posizionato sul paziente e collegato ai sensori. In corsia, quindi, e non in un reparto di terapia intensiva (con maggiore gradimento del malato) si ottiene un risultato pari a quello che si otterrebbe in reparti superspecialistici.
L’analisi dei dati serve a valutare su ampia scala le condizioni generali del ricoverato (spesso sofferente di più patologie) e di stabilire se deve restare in ospedale o se può essere dimesso. In fase di monitoraggio da sei mesi, il nuovo sistema permette di valutare senza possibilità di errore la stabilità o instabilità clinica ed emodinamica dei pazienti esaminati ma anche i risultati della somministrazione dei farmaci (ciò permette di evitare o di ridurre la comparsa di effetti collaterali pericolosi e le possibili interazioni tra farmaci con gravi conseguenze).
È importante possedere ed esaminare i dati registrati nelle ore notturne (quando la presenza dei medici e degli infermieri è notevolmente ridotta). Insomma tutto concorre a scegliere l’approccio terapeutico più efficace, migliorando le condizioni generali dei malati ed accelerando la loro guarigione.

Nel prossimo mese di novembre verranno resi noti i risultati definitivi ottenuti a Brescia col nuovo sistema, ad un anno esatto dalla sua introduzione si fa quindi un primo bilancio degli importanti risultati raggiunti.

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