L’Enel in Russia vuole gas e carbone

da Milano

Seduta brillante per Enel ieri in Borsa che ha ripreso la corsa iniziata a metà ottobre e ha chiuso a più 3,28% a 7,77 euro. Il titolo ha toccato un massimo di 7,8 euro con scambi ben superiori alla media di 70 milioni di pezzi per seduta: sono passati di mano 122 milioni di azioni. Merito delle buone notizie provenienti dalla Russia dove si è svolto un incontro tra il presidente Vladimir Putin e una delegazione italiana di cui fanno parte, tra gli altri, l'ad del gruppo energetico Fulvio Conti e il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, durante il quale è stata riconosciuta all'Italia la possibilità di diventare un investitore permanente e strategico nel Paese. L’Enel ha inaugurato ieri il secondo impianto da 450 Mw della centrale termoelettrica a ciclo combinato di San Pietroburgo, che è gestita dal gruppo energetico italiano. Con il raddoppio la centrale, che serve l'area nord occidentale del paese, raggiunge i 900 Mw. Enel punta a crescere in Russia e a integrarsi anche nella filiera di gas e carbone, ha detto Conti. «Il mercato russo - ha spiegato Conti - è quasi tre volte e mezzo quello italiano, hanno grandi investimenti da fare in nuovi impianti e nell'ammodernamento di quelli esistenti. Ci sono prospettive interessanti per Enel, che è già presente su questo mercato. Abbiamo una società che venderà quasi 40 terawatt/ora nel 2007». Secondo Conti «c'è spazio per Enel per diventare un operatore integrato». L'amministratore delegato del gruppo ha ribadito l'interesse di Enel per il processo di privatizzazione del sistema elettrico che partirà a breve in Russia. «Le Genco sono un modo con cui Rao (il campione russo dell'elettricità, ndr) sta cercando di attirare sia investimenti strategici che operatori». Le prime tre Genco che andranno sul mercato, ha ricordato Conti sono le Ogk denominate 3, 4 e 5. Queste privatizzazioni prevedono possibilità: l'offerta di azioni al mercato, il coinvolgimento di operatori strategici che possono gestire le Genco e il meccanismo degli investimenti garantiti per costruire nuovi impianti. «Certamente - ha sottolineato Conti - a noi interessa particolarmente il secondo e il terzo modello per diventare partner strategici e possibilmente fare investimenti diretti nella generazione di energia. Dobbiamo anche integrarci nella filiera di gas e carbone come gli altri operatori russi per poter competere».

Il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani, che a Pietroburgo ha incontrato i vertici russi, ha spiegato che la collaborazione tra Russia e Italia deve andare oltre l'accordo tra Eni e Gazprom ed estendersi anche ad altri settori.

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