L’energia privata riattiva la centrale idroelettrica

L’energia privata riattiva la centrale idroelettrica

Nel momento in cui l’Italia cerca con tutti i mezzi di uscire dall’utilizzo del petrolio per produrre energia elettrica, alcune società private hanno trovato la soluzione. Un’idea semplice e innovativa che permette di trarre importanti guadagni investendo pochi capitali: la ristrutturazione delle vecchie centrali elettriche. Accade anche a Rossiglione. Dimenticata, coperta di ruggine e vegetazione, la vecchia centrale elettrica ai bordi del torrente Stura fa ora nuovamente parlare di sé. Qualcuno ha deciso di ricomprarla. Un nostalgico dell’era pre-industriale? No, un tecnico che ha fiutato un affare d’oro. Nel gennaio 2005, voci cominciano a circolare sull’acquisto dell’ex idrocentrale di proprietà dell’Enel e il nuovo acquirente, la società Ecopower, conferma: la centrale sarà ristrutturata, i lavori di messa a norma ecologica intrapresi, documenti e progetti necessari sono già stati depositati all’ufficio tecnico del Comune. Del resto secondo il sindaco di Rossiglione, Cristino Martini, non è la prima volta che la città è teatro di un’operazione di questo tipo: l’Idreg-Liguria ha riabilitato due vecchie centrali e attualmente produce e rivende energie elettrica. Ecopower si propone qualcosa di analogo: la centrale, costruita nel 1928 e chiusa nel 1960 per scarsa economicità, ripartirà e produrrà energia che sarà venduta sul mercato elettrico.
Tenendo conto che l’impianto può produrre più di 4.500 Mwh all’anno e che il Gme (Gestore Mercato Elettrico) nel corso del 2004 ha pagato mediamente 116,77 euro per ciascun Mwh acquistato da fonti di energia rinnovabili, ci si può rendere facilmente conto della portata dell’affare.
Alle preoccupazioni di abitanti e pescatori della zona, Ecopower preferisce non rispondere prima dell’inaugurazione della centrale, che, prevista in autunno, potrebbe slittare, visto lo stato dei lavori. Il sindaco di Rossiglione sostiene però di avere ricevuto tutti i documenti da parte della società privata. Non resta che sperare che Ecopower abbia scelto la discrezione per evitare di attirare la curiosità di eventuali concorrenti. La produzione di energia è un settore dinamico, in evoluzione sul piano tecnologico e in crescita quanto a fabbisogno. Se società come Idreg Liguria ed Ecopower hanno saputo approfittare della privatizzazione dell’Enel, ci si può chiedere perché non ci abbiano pensato i Comuni.
In realtà nel 1985 il ripristino della centrale entrò fra i progetti era utilizzare l’impianto per produrre l’energia necessaria al palazzo comunale, alla scuola, all’ospedale, per l’illuminazione pubblica. Una fonte d’energia locale ed ecologica che avrebbe permesso al comune cospicui risparmi. Uno studio della Comunità Montana della Valle Stura nel 1989 dimostrava che il progetto era attuabile e il costo del restauro poteva essere coperto rapidamente grazie all’utilizzo dell’energia a livello locale. Tutto sembrava coordinarsi perfettamente: nuove turbine avrebbero permesso di ottimizzare la produzione senza conseguenze per il flusso del torrente, la Provincia avrebbe sostenuto il progetto con i fondi destinati alla produzione di energie rinnovabili. Poi però il Comune fu costretto a rinunciare perché i fondi non arrivarono mai.
Tuttavia, a distanza di 15 anni, la Valle Stura rilancia la sfida e da un anno lavora per lo sfruttamento di una nuova risorsa d’energia locale ed ecologica: le biomasse.

La tecnologia consiste nel bruciare trucioli di legno (ottenibili in grandi quantità dalle foreste della zona) in speciali calderine a combustione lenta che permetteranno di riscaldare gli edifici pubblici di Rossiglione, Campoligure e Masone già dal prossimo annno.

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