«Più il Piano di governo del territorio diventa un momento condiviso, meglio è». Tradotto: senza un accordo - prima interno alla maggioranza e poi con l’opposizione - non si va da nessuna parte. Letizia Moratti lancia l’amo al Pd. Perché (si è resa conto di persona stando mezzo pomeriggio in aula), se l’obiettivo è stringere i tempi bisogna aprire le trattative e cedere su qualche modifica a entrambi gli schieramenti. Ieri il consiglio comunale ha tracheggiato per il secondo giorno: tre ore per discutere quattro emendamenti (sono arrivati a 8 su 1.395) e sulla votazione è pure mancato il numero legale, nonostante la presenza del sindaco - che non premeva il bottone rosso dal 24 dicembre 2008 - e il richiamo del premier Silvio Berlusconi a velocizzare i lavori. Alle 18 poi, la maratona convocata fino a mezzanotte si è sciolta proprio su richiesta della maggioranza che aveva problemi a mantenere le presenze. Tre i nodi interni al Pdl, rimasti sul tavolo anche dopo la riunione all’ora di pranzo tra l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli e i consiglieri del centrodestra. Primo, il parco all’ex scalo Farini: c’è chi lo vorrebbe grande come tutta l’area, 600mila metri quadri («un grande polmone verde, anche a scapito dello sviluppo immobiliare», afferma Fabio Altitonante che è pure assessore in Provincia), chi si accontenta del 65 per cento, come Fabrizio De Pasquale, mentre l’assessore ricorda a tutti che l’accordo con Fs prevedeva il 50 per cento di superficie a uffici e residenze («se diminuiscono le plusvalenze si può reinvestire meno in treni e metrò»). Secondo, l’emendamento presentato dal capogruppo Giulio Gallera che chiede di scomputare le spese di bonifica dagli oneri di urbanizzazione (per Masseroli «meglio andare avanti come oggi»). Terzo, e più ostico, il caso del parco Sud: un emendamento, sponsorizzato dai fedelissimi di Guido Podestà, chiede di andare avanti con la filosofia della perequazione (tale per cui i privati che hanno diritti a costruire su quell’area li possono «scambiare» con altre aree, in modo da preservare il verde) ma di rimandare ai Piani di cintura che verranno approvati a breve in Provincia la quantificazione di quei diritti volumetrici (nel Pgt sono indicati nello 0,2). Contesta De Pasquale: «Spetta al Comune decidere dove e quanto potranno costruire in città i privati». La Moratti assicura che non ci sono contrasti con Podestà sul Pgt, «ci siamo visti anche due giorni fa e abbiamo condiviso l’iter approvativo con uno spirito di aperta collaborazione istituzionale».
Certo, a due ore da inizio dibattito, solo la presenza del sindaco ha garantito che al secondo appello non cadesse il numero legale: «Ho fatto il mio dovere - minimizza -, non è che in Parlamento fosse così diverso. Anche lì c’erano problemi di numero legale». Ma ribadisce, «più il Piano diventa un momento condiviso meglio è.
Dopo l’ennesimo schiaffo la Moratti apre ai "ribelli"
Piano del territorio. Seduta chiusa alle 18 e solo otto emendamenti discussi su 1.395. Sindaco pronto a valutare le proposte dei frondisti e della sinistra
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