«Ditelo a Sparta» è frase laconica per eccellenza, visto che Laconia è la regione di Sparta. Essa esorta a ricordare re Leonida e trecento guerrieri che alle Termopili fermarono centoventimila persiani di Serse; quando furono sopraffatti, quegli spartani avevano messo le basi delle successive vittorie greche di Salamina e Platea.
Tratto dal bel fumetto di Frank Miller (Magic Press), 300, presentato all'ultimo Festival di Berlino, ha poco da spartire col confuso Sin City, firmato dallo stesso Miller, anche perché in 300 ci sono guerrieri, non assassini, sebbene il destino di chi li incontra sia lo stesso. Cadono teste, braccia e gambe, ma la guerra è così, anche quando la si chiama «missione di pace». Benché trama e finale siano noti da due millenni e mezzo, il film regge, perché Snider ha scelto interpreti capaci: Gerard Butler (re Leonida) e Lena Hedley (la regina) sono una bella coppia matura. E poi la regina non è Elena - sposa scontenta di un altro re spartano, Menelao - e punisce la lesa maestà. Ovvia la lettura politica di 300: la Persia è l'Iran di ieri, Israele è la Sparta di oggi. Ed è il clima da «scontro di civiltà» che ha permesso al film, prodotto da Gianni Nunnari, di trovare finanziatori. E poi la lezione che se ne trae, nella «vecchia» Europa, non è necessariamente questa... Comunque le evocazioni storiche non sono mai innocenti: era in clima di Guerra fredda che uscì l'altro film sulle Termopili, L'eroe di Sparta di Rudolph Matè.
300 di Zack Snider (Usa, 2006), con Gerard Butler, Lena Hedley. 116 minuti
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