Rappresenta il potere imperiale, richiamando la scelta ghibellina della famiglia, l'aquila coronata, con le ali aperte, che campeggia nello stemma sulla copertina del libro «I Doria a Genova. Una dinastia mancata», di Paolo Lingua. Anche se, sottolinea l'autore, la contrapposizione guelfi-ghibellini va qui intesa in modo particolare, come unica è la vicenda storica locale nel panorama italiano. Raccontare la saga di questo clan patrizio composto da ben 32 rami significa ripercorrere, a partire dal secolo XI, quasi novecento anni di storia di Genova, o più esattamente di storia dei Genovesi, come Lingua ama definirla, per quel «sommarsi di una fittissima rete di iniziative individuali» in cui «le singole famiglie conducevano una politica economica, ma anche una politica estera autonoma» non sempre coincidente con quella ufficiale dello Stato. E nei Doria l'autore vede la «quintessenza della genovesità», virtù e difetti espressi al massimo grado. Perché, infatti, dinastia mancata? Perché l'oligarchia di questa «città dalle rivalità feroci e dai veti incrociati paralizzanti» non avrebbe mai permesso, a differenza degli altri piccoli Stati italiani del Medio Evo e del Rinascimento, l'instaurarsi di una signoria o di un principato. Così Andrea, l'esponente più illustre, con cui la fortuna dei Doria raggiunge il culmine, politico abilissimo, ammiraglio e principe dell'impero di Carlo V, pur passando alla storia come Principe per eccellenza, si accontenta di essere di fatto l'uomo più potente di Genova senza imporsi come capostipite di una dinastia. Il libro è opportunamente diviso in due parti. La prima ricostruisce gli avvenimenti facendo emergere il ruolo di «primato tra pari» svolto dalla famiglia nelle varie epoche e nei relativi contesti, compreso naturalmente il celebre episodio del 1547, la congiura dei Fieschi, i grandi antagonisti, aristocratici del territorio e legati al modello feudale, che si contrappongono ai Doria, esponenti del patriziato urbano commerciale e finanziario. Sullo sfondo il quartiere privato di San Matteo (patrono dei gabellieri, un chiaro riferimento all'attività familiare di appalto dell'esazione delle imposte) con le case e la chiesa gentilizia. La seconda parte raccoglie in ordine cronologico i ritratti e le gesta dei singoli membri del clan, da Martino il Pio a Giacomo il naturalista, passando per personaggi noti e meno noti, alcuni presenti anche in Sardegna, in Oriente e nella penisola iberica.
Paolo Lingua, giornalista, romanziere e autore di numerosi libri di storia, scrive con chiarezza e concisione, spesso vivacizzando e rendendo attuale il racconto.«I Doria a Genova. Una dinastia mancata.» di Paolo Lingua, Fratelli Frilli Editori, Genova 2007, pagine 140, euro 12. Il libro fa parte della collana Liguria Storica, a cura di Gabriella Airaldi.
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