L’erario spinge l’Acam alla canna del gas

L’erario spinge l’Acam alla canna del gas

L’Agenzia delle Entrate chiede all’Acam, l’azienda spezzina che eroga servizi di gas, acqua e rifiuti, di pagare una bolletta da 22 milioni di euro, per mancati versamenti Iva relativi all’anno 2006. È quanto risulta al consigliere comunale della Spezia Giacomo Gatti, Pdl, pronto a lanciare l’allarme rosso per i conti dell’azienda pubblica che - sottolinea Gatti - è «già dissanguata da un enorme carico debitorio e da perdite record, quasi 50 milioni di euro nel 2008». Sarebbe, dunque, «una mazzata tremenda per la società multiservizi spezzina», capace di aprire «un nuovo capitolo nel pozzo senza fondo delle responsabilità della gestione aziendale degli ultimi anni».
Per questo, Gatti ha rivolto un’interrogazione urgente al sindaco Massimo Federici, in cui si chiede di accertare innanzi tutto se la richiesta perentoria dell’Agenzia delle Entrate si riferisca specificatamente al fatto che Acam «non ha versato allo Stato milioni e milioni di euro di Iva, pagati dai cittadini della Spezia con le bollette di gas, acqua e rifiuti, e viene chiamata ora dall’erario a restituire quelle somme con relativo carico di sanzioni».

Può anche darsi che «si tratti di un equivoco», si augura Gatti, ma intanto è bene accertare se il pagamento richiesto sia - come per molti altri Comuni italiani - conseguenza della recente sentenza della Cassazione sul passaggio, non dovuto, della Tarsu-tassa a Tia-tariffa (gravata da Iva), o sia dovuto semplicemente e disastrosamente a inadempienza di Acam.

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