L’eredità della sinistra? 9,6 miliardi

Un cartellone con stampato sopra «Cassa di sperpero Comune di Roma fondata nel 1993» dove inserire una carta di debito e da cui è uscita poi una ricevuta con su scritto «Estratto conto da 9,6 miliardi, nome titolare: Giunta di sinistra». Così i presidenti Pdl dei municipi di Roma e i consiglieri comunali dello stesso partito hanno manifestato ieri mattina davanti la Bocca della Verità. «Prelievo facile: con la sinistra al governo della capitale dall’8 dicembre 1993 al 28 aprile 2008 spesi 640 milioni l’anno» si leggeva sul cartello. Alla manifestazione hanno partecipato tra gli altri i presidenti Cristiano Bonelli (IV municipio), Massimiliano Lorenzotti (VIII municipio), Alfredo Milioni (XIX municipio) e i consiglieri comunali Federico Mollicone, Maurizio Berruti, Giorgio Ciardi, Francesco De Micheli. «Questa non è una protesta - ha detto Bonelli - ma una risposta alla sfacciataggine di coloro che oggi vanno a manifestare in piazza Campidoglio contro la mancata approvazione del bilancio. Sono loro che hanno tenuto nel cassetto il debito negli anni scorsi mentre governavano. Il debito c’è, non lo vogliamo negare ma è giusto anche indicare i colpevoli».
Gli esponenti del Pdl romano hanno fatto poi un blitz, mettendosi in posa per i fotografi davanti la Bocca della Verità con il foglio dell’estratto conto, ma sono stati cacciati dal responsabile del sito archeologico. I presidenti sono poi andati in piazza Campidoglio per consegnare la carta di debito al sindaco di Roma Gianni Alemanno che poi si è fatto fotografare sotto l’entrata del Comune vicino al gigantesco estratto conto che riportava le cifre spese dalle diverse giunte di sinistra. Allo scopo, poi, di mettere a tacere ogni polemica sulle responsabilità del deficit, lo stesso sindaco Alemanno ha detto: «Sarà la Corte dei Conti a stabilire quali sono le percentuali di disavanzo da attribuire alle perdite strutturali del Comune di Roma e quali alla mala gestione del passato. La Corte dei Conti - ha aggiunto - potrà anche stabilire che non c’è stata malagestione, ma è indubbio che il debito c’è e che noi abbiamo trovato anche malagestione».

Secondo Alemanno, «buona parte del disavanzo è strutturale perchè ci sono più uscite di quanto non siano le entrate». Tanto che per i mutui, ha spiegato il sindaco, ogni anno il comune deve pagare 560 milioni e, quindi, non bastano i 500 milioni del governo.

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