Roma

L’esame del sangue? Un’impresa

Chissà se il risicato budget, erogato dalla Regione e destinato agli ambulatori di analisi cliniche per limitarne le prestazioni, fa parte di una misura sottaciuta per apporre, all’ormai platealmente confuso piano di rientro del deficit, dei correttivi extra. A spese dei cittadini s’intende. Già perché per coloro che ne hanno assoluto bisogno sta diventando sempre più difficoltoso farsi gli esami del sangue in tempo reale e pagando solo il ticket.
Nelle Asl, infatti, le file per accedere alle prestazioni sono sempre più lunghe e i tempi d’attesa per il ritiro delle risposte superano la settimana. D’altra parte continua pure, per una buona parte degli laboratori di analisi privati accreditati, lo sciopero della convenzione. Ossia visto che i laboratori accreditati avrebbero sforato il tetto del budget, secondo i dettati dell’assessorato alla Sanità, non avrebbero diritto al rimborso della prestazione oltre all’incasso del ticket. Vale a dire che, in questa situazione di profondo disordine, se il cittadino non esente ha necessità di esami clinici tempestivi allora è costretto a mettere mano al proprio portafogli e rivolgersi al laboratorio privato. Tuttavia chi sta effettuando lo sciopero della convenzione fa pagare una sorta di tariffa popolare anche ai non esenti ma, a sentire la Federlab Italia (associazione di categoria che conta un centinaio di laboratori sul territorio) la vertenza in questione durerà a oltranza fino alla fine dell’anno perché «è l’unica strada percorribile per far capire all’assessore alla Sanità Battaglia che non si può sottostare al budget prefissato con un abbattimento delle tariffe che tocca il 59 per cento rispetto al costo pattuito - dice il presidente di Federlab, Vincenzo D’Anna -. Se facessimo gli esami nelle modalità proposte da Battaglia ci andremmo pesantemente a rimettere. Perché chi fornirà le prestazioni in regime di convenzione, come vorrebbe l’assessore, non riceverà alcuna integrazione economica: non ci sono i margini di manovra, affinché con la Finanziaria regionale si reperiscano altre risorse». A ben guardare nel 2007, secondo l’associazione di categoria, il rimborso delle prestazioni è stato ridotto di tre volte rispetto al costo iniziale: un primo 19 per cento con la revisione del nomenclatore tariffario, di un altro 20 come riduzione prevista dal piano di rientro e stabilita dall’assessorato e un ulteriore 20 come stabilito dalla Finanziaria. «Invece contraddizione delle contraddizioni - spiega D’Anna - le stesse analisi del sangue, nei laboratori pubblici delle Asl e degli ospedali, costano da 4 a 9 volte di più che al privato a causa dei costi di gestione e di amministrazione«.
A questo punto è inevitabile non rendersi conto che il cittadino paga due volte: la prima quando vuole accorciare i tempi d’attesa per farsi gli esami del sangue in tempo reale e quindi si rivolge al privato, la seconda, quando va a sovvenzionare con l’esborso dell’Irpef regionale quel surplus di costi di gestione. E stando a queste premesse con la centralizzazione dei laboratori nelle aziende sanitarie pubbliche non andrà meglio.

Anzi, le file aumenteranno e i tempi d’attesa per gli utenti non potranno che dilatarsi.

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